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Ex Ilva, Urso: «Non possiamo più aspettare». Emiliano: «Quasi impossibile che si possa firmare»

«Non possiamo più aspettare, perché occorre aggiornare la gara in corso per l'assegnazione degli impianti dell'ex Ilva, almeno per la parte relativa alla realizzazione del piano siderurgico di piena decarbonizzazione, che sarà alla base del negoziato con i potenziali investitori». Lo ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, intervistato…
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«Non possiamo più aspettare, perché occorre aggiornare la gara in corso per l’assegnazione degli impianti dell’ex Ilva, almeno per la parte relativa alla realizzazione del piano siderurgico di piena decarbonizzazione, che sarà alla base del negoziato con i potenziali investitori». Lo ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, intervistato da “La Stampa”, in merito alla firma dell’accordo sul futuro dello stabilimento tarantino dell’ex Ilva.

«Per quanto riguarda il luogo dove installare i forni elettrici, la decisione dipende dal Comune di Taranto, in merito alla possibile localizzazione della nave rigassificatrice», aggiunge Urso, per il quale per questo motivo «nel documento finale che sottoporremo oggi a Regione ed enti locali, proporremo di rinviare questa decisione a quando il Comune sarà in condizione di esprimersi in modo compiuto. Spetta a Taranto la prima scelta: l’ho sempre detto e lo confermo ancora oggi», conclude il ministro.

In un’intervista a Telenorba, il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, che oggi alle 16 parteciperà al vertice in programma al Mimit, ha spiegato che «dobbiamo anzitutto fare il punto della situazione», sottolineando che «io vado lì prima di tutto a parlare con il ministro e a cercare di capire in che maniera far riprendere questa trattativa» ma, ha aggiunto, «è difficile che si possa firmare, direi quasi impossibile. Dobbiamo far vedere la bozza dell’accordo definitivo ai partiti del centrosinistra».

Nell’incontro di oggi il ministero porterà come base dell’accordo, il primo modulo della decarbonizzazione dell’acciaieria, quello basato sui soli tre forni elettrici, rinviando a un secondo momento – quando ci sarà al tavolo anche il Comune di Taranto, oggi assente per le dimissioni del sindaco Piero Bitetti – l’approfondimento sugli altri temi: impianti di Dri (preridotto di ferro), impianti per la cattura e lo stoccaggio della CO2, fornitura necessaria di gas, presenza a Taranto di una nave di rigassificazione.

Ieri sera anche il presidente della Provincia di Taranto, Gianfranco Palmisano, del Pd, ha detto che oggi non firmerà alcun accordo. Gli altri soggetti oggi presenti al Mimit sono Comune di Statte e Autorità portuale del Mar Ionio.

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