Il sindaco di Taranto ha ribadito il suo no in commissione regionale ambiente alla nave rigassificatore per l’ex Ilva inserita nell’accodo di programma con il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. A 24 ore dal nuovo vertice tecnico fissato a Roma con le parti (e in vista della conferenza dei servizi per l’Aia del 10 luglio), Bitetti ha suggerito fonti alternative, come un impianto fotovoltaico da realizzare all’interno del siderurgico.
In subordine ha detto che chiederà al ministro Urso di considerare Massafra, Crispiano e Montemesola quali aree di crisi industriale e sanitaria, così come richiesto dai tre sindaci presenti e di farli partecipare al tavolo per l’accordo. Contrario alla nave e ai punti inseriti nell’intesa del governo centrale anche il presidente della provincia Gugliotti.
I lavori della commissione
In apertura dei lavori, invece, il presidente Michele Mazzarano ha annunciato che la commissione regionale si riunirà in modo permanente per tutto luglio e gli inizi di agosto per seguire l’andamento del confronto con il governo centrale e i conseguenti sviluppi relativi all’accordo di programma. Alle sedute parteciperanno anche il governatore Michele Emiliano e il presidente della commissione europea Ambiente Antonio Decaro che ha dato disponibilità a intervenire il 14 o il 21 luglio, due date che vanno confermate.
L’ambiente
Poi la seduta si è orientata sulla valutazione degli impatti sulla salute e sull’ambiente conseguenti al realizzarsi del piano contenuto nell’accordo di programma che, in bozza, ipotizza una produzione a 6 milioni di tonnellate, la decarbonizzazione completa al 2039, l’installazione nel porto di Taranto di una unità galleggiante di stoccaggio e rigassificazione e di un desalinizzatore. L’Arpa ha chiarito che gli effetti sul processo di decarbonizzazione non possono essere valutati per mancanza di dettagli su tempi e sui modi.
Quanto ai rischi sanitari l’Arpa ha spiegato di aver consegnato una relazione dettagliata. L’Aress, invece, ha valutato 23 inquinanti per due dei quali, segnatamente il benzene (attribuibile per il 99% all’impianto siderurgico) e il cromo esavalente (per il 62% attribuibile all’ex-Ilva e per il resto a Eni e Adi energia), il rischio cancerogeno non è accettabile. Così come i pericoli per il particolato considerato inaccettabile per la popolazione del quartiere Tamburi. La Asl Taranto ha illustrato i grandi sforzi per fronteggiare l’incremento epidemiologico di malattie come scompensi cardiaci, diabete, tumori e malattie professionali.
Nei prossimi mesi, l’azienda sanitaria punta a completare il nuovo ospedale San Cataldo, a rifunzionalizzare il Santissima Annunziata, aprire un secondo pronto soccorso al Moscati di Statte e creare un Polo di ricerca sulle patologie ambiente-correlate. Anche l’Autorità Portuale ha proposto alternative: posizionare il rigassificatore a 12 miglia oppure all’esterno del porto a ridosso della diga fornaea evitando così di interferire con il piano di eolico offshore sia con le altre attività portuali dedicate a trasferimento merci e container.