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Ex Ilva, l’assessora Triggiani in commissione Ambiente: «La ripartenza di Afo 1 non è sostenibile»

La ripartenza dell'altoforno 1 dell'ex Ilva di Taranto «non è sostenibile e non è in linea con tutti i processi che sono voluti e cercati dalla Regione Puglia e che sono indicati nelle azioni di governo regionale». Lo ha affermato l'assessora all'Ambiente, Serena Triggiani, durante le audizioni in commissione Ambiente del Consiglio regionale della Puglia,…

La ripartenza dell’altoforno 1 dell’ex Ilva di Taranto «non è sostenibile e non è in linea con tutti i processi che sono voluti e cercati dalla Regione Puglia e che sono indicati nelle azioni di governo regionale». Lo ha affermato l’assessora all’Ambiente, Serena Triggiani, durante le audizioni in commissione Ambiente del Consiglio regionale della Puglia, convocate per fare il punto sulla situazione nel siderurgico di Taranto.

«Sapete – ha aggiunto l’assessora – che siamo in aggiornamento sul piano energetico-ambientale, che a breve passerà in Giunta, e il primo obiettivo è la decarbonizzazione. Noi insistiamo e insisteremo per la decarbonizzazione, ma non c’è un piano industriale che concretamente parli di decarbonizzazione».

Triggiani ha evidenziato che «l’altoforno 1 sta funzionando da poco, ma da un punto di vista ambientale è tenuto sotto controllo» perché ci sono «controlli giornalieri e da remoto continui» da parte di Arpa Puglia. «Bisognerà capire – ha concluso – se la valutazione sanitaria sarà in linea con la sentenza della Corte di giustizia europea. L’Aia ministeriale dovrà necessariamente tenere conto dell’impatto sanitario».

Il presidente della commissione Ambiente, Michele Mazzarano, ha sottolineato che «la città di Taranto e il territorio stanno vivendo la riaccensione dell’altoforno 1 (Afo 1) dell’ex Ilva con grande preoccupazione, ci allarma che ciò avvenga con l’autorizzazione integrata ambientale scaduta e che non si tenga conto della sentenza della Corte di giustizia europea dei mesi scorsi che imponeva la valutazione di impatto sanitario e un aggiornamento dell’autorizzazione integrata ambientale per elevare i livelli di produzione e quindi di emissione».

Nel corso delle audizioni è intervenuto anche Giuseppe Campanaro, direttore scientifico dell’Arpa Puglia: «Abbiamo fatto una ricognizione, dalla data di attivazione dell’altoforno 1 dell’ex Ilva non abbiamo rilevato alterazioni significative negli andamenti delle concentrazioni dei principali parametri. Dovremo – ha aggiunto – continuare a osservare quello che succede, saranno organizzate attività di controllo sul campo. Il siderurgico è il più controllato d’Italia».

Per Lucia Bisceglia dell’Aress Puglia, l’Agenzia strategica regionale per la salute e il sociale, «c’è una riduzione complessiva dell’impatto» dell’ex Ilva sulla città di Taranto ma c’è comunque la «persistenza di una criticità in termine di rischio sanitario, in particolare per quanto riguarda la popolazione residente al quartiere Tamburi. Per quanto ci riguarda – ha proseguito – in questa fase noi stiamo contribuendo ad esaminare la documentazione che il gestore sta producendo, una grande novità nel ragionamento sul futuro dello stabilimento».

Perrini: «Chi prova a dividere i tarantini sull’ex Ilva fa solo politica per fini elettorali»

«Chi prova a dividere i tarantini sull’ex Ilva non vuole bene alla città e al suo territorio». Così il capogruppo di Fratelli d’Italia nel Consiglio regionale della Puglia, Renato Perrini, che si rivolge all’assessora Triggiani, «che non sa cosa abbiamo vissuto sul piano personale, ambientale, occupazionale e politico negli ultimi 20 anni. Sono stati – spiega – anni di contrapposizioni, di polemiche, di chiacchiere e di campagne elettorali vinte sulla pelle dei tarantini».

Perrini evidenzia che «grazie al Governo Meloni, per la prima volta c’è un momento di unità fra commissari dell’azienda, rappresentanti sindacali e parti sociali e istituzioni. Tutti vogliamo la decarbonizzazione e tutti sappiamo che l’apertura del forno Afo 1 a carbone non è da celebrarsi come una “festa”, ma come passaggio provvisorio per rimettere in produzione l’acciaieria e quindi portarla alla vendita».

Il capogruppo di Fratelli d’Italia sottolinea come «abbiamo anche avuto alcune parziali rassicurazioni, da parte dell’Arpa e dell’Aress, sull’impatto dell’apertura dall’impianto sull’ambiente. Perché sia chiaro che la salute dei tarantini viene prima di tutto e tutti siamo chiamati a vigilare perché non venga superata la soglia dell’inquinamento previsto dalla legge. Ma l’auspicio è che nessuno più faccia campagna elettorale sull’ex Ilva, strizzando l’occhio a questa o quella associazione o facendosi tirare dalla giacchetta da questo o quel politico. Lavoriamo insieme per dare a Taranto salute e lavoro».

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