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Sviluppo e Lavoro Taranto

Ex Ilva, l’allarme del sindacato: «Con il piano Jindal si rischia la chiusura definitiva»

«Una dichiarazione gravissima che sta creando forti preoccupazioni tra i lavoratori in tutti gli stabilimenti e una grande indignazione». Rocco Palombella, segretario generale della Uilm, commenta così le dichiarazioni del direttore europeo di Jindal Steel International che «nell’ultima delle tre interviste rilasciate in una settimana» ha affermato che «il primo atto del piano industriale sarebbe quello di chiudere subito gli impianti di cokeria a Taranto». Una decisione che, per il sindacato, «porterebbe inevitabilmente alla fermata della produzione e alla chiusura definitiva dell’ex Ilva».

Palombella evidenzia che «la transizione all’elettrico e la decarbonizzazione devono avvenire in maniera graduale, con gli altoforni in marcia adeguati dal punto di vista ambientale, avviando contemporaneamente la costruzione di forni elettrici e impianti di pre ridotto che andranno a sostituire l’attuale produzione a carbone. Solo così sarà possibile salvaguardare l’ambiente, l’occupazione, diretta e indiretta, e la produzione. Il risanamento ambientale potrà essere realizzato solamente con gli impianti in marcia e la continuità produttiva».

Il leader della Uilm ritiene quindi «gravi le parole di Misra sull’occupazione perché non sono previste garanzie per tutti i lavoratori, diretti, dell’appalto e in Ilva AS ma si fa riferimento genericamente a un numero necessario di lavoratori in base a un teorico livello produttivo e questo per noi è inaccettabile».

Per il sindacato resta fondamentale una presenza dello Stato all’interno della futura società, «con ruolo e poteri decisionali» per far rispettare l’effettivo impegno sugli investimenti, il risanamento ambientale e un futuro occupazionale e produttivo di tutti i siti dell’ex Ilva.

«Per accompagnare questo complicato processo – prosegue – ci aspettiamo dal Governo in via preliminare un impegno concreto, non solo con ammortizzatori sociali, ma anche con interventi legislativi che prevedano anticipi pensionistici per i lavoratori esposti a sostanze nocive, come l’amianto», afferma Palombella che chiede la «convocazione del tavolo a Palazzo Chigi per avere chiarimenti e dettagli da parte di Governo e Commissari sulle offerte presentate».

Il sindacato, infine, auspica che non si ripetano gli errori del passato che hanno portato l’ex Ilva a un passo dalla chiusura.

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