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Ambiente e Sostenibilità Taranto

Ex Ilva, l’Autorizzazione ambientale rilasciata dal ministero ignora il parere del sindaco di Taranto

L’autorizzazione integrata ambientale (Aia), la licenza rilasciata di recente dal ministero dell’Ambiente che consente all’ex Ilva di continuare a produrre con l’attuale ciclo a carbone degli altoforni per altri 12 anni, ha ignorato il parere sanitario del sindaco Piero Bitetti, previsto per legge.

La massima autorità sanitaria responsabile della salute dei tarantini, chiedeva prescrizioni vincolanti su biomonitoraggio dei bambini e dei lavoratori, nuove centraline al quartiere Tamburi, sorveglianza epidemiologica attiva e clausole di revisione e sanzione ma nessuno lo ha ascoltato. Ed ora lo stesso ministero ha reso pubblico quel parere, contrario all’Aia insieme a quello di Regione, Provincia e Comune di Statte, in cui si riferisce un «rischio sanitario grave, attuale e persistente».

Le reazioni

«È un fatto gravissimo», dice il senatore Mario Turco, vicepresidente del M5s che annuncia una interrogazione parlamentare ai ministri dell’Ambiente e della Salute. «La norma stabilisce chiaramente che le prescrizioni del sindaco devono essere acquisite in Conferenza dei servizi. Al contrario tali prescrizioni sono state ignorate e rese pubbliche solo dopo aver concesso l’autorizzazione alla fabbrica. Ancora una volta i tarantini sono sacrificati sull’altare di pseudo-interessi industriali».

Secondo l’ambientalista Alessandro Marescotti, il ministero ha ignorato i pareri con un escamotage: ritenendoli afferenti a questioni estranee alla Conferenza ed attinenti alla decarbonizzazione del sito produttivo. «Una tesi – dice Marescotti – che non regge perché qui si tratta di un parere sanitario del sindaco inviato già il 17 luglio di cui non vi è traccia nel decreto ministeriale Aia».

Ilva tra inchieste e Tar

Mentre diverse associazioni locali, sostenute anche dal M5s, stanno preparando un ricorso al tar contro quell’autorizzazione, dopo l’ultimo fenomeno di fuoriuscita di nubi rossastre dall’impianto Acciaieria 2 circolano indiscrezioni tutt’altro che rassicuranti, sui risultati contenuti nell’ultima consulenza tecnica che i magistrati della procura ionica hanno ottenuto da due cattedratici sulle statistiche dei tumori in città e sui picchi di sostanze pericolose nella zona industriale.

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