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Ex Ilva, il sindaco di Taranto dice “no” all’accordo di programma e chiede un decreto legge

Arriva il “no” del Comune alla proposta di accordo istituzionale di programma avanzata dal ministero delle Imprese e del Made in Italy per la decarbonizzazione dell’ex Ilva. La decisione è arrivata ieri sera durante la conferenza dei capigruppo consiliari, alla presenza del sindaco Piero Bitetti. La maggioranza ha scelto di formulare una nuova proposta da…
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Arriva il “no” del Comune alla proposta di accordo istituzionale di programma avanzata dal ministero delle Imprese e del Made in Italy per la decarbonizzazione dell’ex Ilva. La decisione è arrivata ieri sera durante la conferenza dei capigruppo consiliari, alla presenza del sindaco Piero Bitetti. La maggioranza ha scelto di formulare una nuova proposta da sottoporre al Mimit – che si dice sorpreso dalla decisione – non riuscendo però a trovare un’intesa con le opposizioni di centrodestra e M5S.

E così, è stata rinviata la seduta del Consiglio comunale prevista per l’11 agosto, alla vigilia del vertice convocato dal ministro Adolfo Urso per il giorno dopo al Mimit. «Il sindaco ha chiesto al Governo di adottare un decreto legge speciale per Taranto che metta in campo risorse dedicate alla riconversione industriale insieme a strumenti straordinari per la rigenerazione urbana e ambientale che possano attrarre investimenti», fanno sapere da Palazzo di Città.

La proposta

Il ministero ha presentato due scenari alternativi per la decarbonizzazione: il primo prevede tre forni elettrici, quattro impianti di preridotto (Dri), quattro sistemi di cattura dell’anidride carbonica e l’attracco a Taranto di una nave rigassificatrice per garantire 5,1 miliardi di metri cubi di gas annui. Il secondo contempla solo tre forni elettrici, senza Dri né rigassificatore e un fabbisogno di gas pari a 1,3-1,4 miliardi di metri cubi. Il Comune, dal canto suo, propone un compromesso: tre forni elettrici, un impianto Dri e uno di cattura dell’anidride carbonica come primo passo verso la transizione, in attesa di soluzioni definitive per l’approvvigionamento energetico. Nel frattempo, è atteso un nuovo bando dei commissari straordinari di Ilva e Acciaierie d’Italia per riportare l’azienda sul mercato.

La protesta

I sindacati Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil, contrari a qualsiasi ridimensionamento del piano industriale, annunciano nuove mobilitazioni. Sul fronte nazionale, intanto, procede il lavoro del Comitato tecnico per il polo Dri a Gioia Tauro, ritenuto strategico per la produzione di acciaio green.

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