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Ex Ilva, Urso attacca la Procura: «Ha detto il falso, gravissima anomalia istituzionale»

«È stato affermato che nessuno aveva chiesto interventi urgenti per la salvaguardia dell’altoforno, ma gli atti dicono il contrario». Lo afferma il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, commentando quanto accaduto nelle ultime ore all’ex Ilva di Taranto, in riferimento al sequestro dell’altoforno 1 deciso dalla magistratura.

«Siamo di fronte a una gravissima anomalia istituzionale», ha affermato il ministro. «I documenti resi noti oggi – ha aggiunto – dimostrano che la Procura ha fornito informazioni non corrispondenti al vero».

L’ex Ilva, ha proseguito Urso, è «un impianto industriale strategico per il Paese che, a causa di una gestione non coordinata dell’atto giudiziario, rischia ora danni irreversibili, l’impianto è compromesso».

Il ministro ha ricordato che «in sede di sequestro non sono stati autorizzati interventi tecnici che i responsabili dell’impianto avevano segnalato come indispensabili per evitare il collasso dell’altoforno», ha ricordato Urso, definendo «inaccettabile» il fatto che «una comunicazione ufficiale della Procura abbia negato la richiesta di tali interventi, quando oggi emergono prove che tali richieste erano state presentate fin dal primo momento».

Si tratta di una decisione che «compromette gravemente la possibilità di ripristinare l’impianto e rischia di mettere in ginocchio l’intero comparto siderurgico, con ripercussioni drammatiche sull’occupazione», ha sottolineato Urso appellandosi «al concorso leale di tutte le istituzioni. Serve responsabilità e trasparenza. Quanto accaduto a Taranto è un monito: senza collaborazione istituzionale non può esserci rilancio né tutela dell’interesse nazionale», ha concluso.

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