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Ex Ilva, i marittimi di Taranto: «Si teme il disarmo della flotta, chiesto lo sbarco del personale»

«Le nostre preoccupazioni circa la sorte della flotta navale dell'ex Ilva, segnalate dalla nostra associazione in diverse note, si stanno concretizzando». Lo scrive il presidente dell'Unione marittimi di Taranto, Vincenzo Bellomo, in una lettera inviata al Ministero dei Trasporti, alla Capitaneria di porto di Genova, ad Acciaierie d'Italia Servizi marittimi in amministrazione straordinaria e a…
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«Le nostre preoccupazioni circa la sorte della flotta navale dell’ex Ilva, segnalate dalla nostra associazione in diverse note, si stanno concretizzando». Lo scrive il presidente dell’Unione marittimi di Taranto, Vincenzo Bellomo, in una lettera inviata al Ministero dei Trasporti, alla Capitaneria di porto di Genova, ad Acciaierie d’Italia Servizi marittimi in amministrazione straordinaria e a Ilva Servizi marittimi in amministrazione straordinaria.

L’Unione dei marittimi fa presente che AdI Servizi marittimi, «con il tramite della società Esa Group srl, avrebbe disposto il disarmo della nave Corona Boreale per il giorno 5 maggio 2025, invitando il comando della nave a predisporre le attività necessarie allo sbarco dell’equipaggio».

Si tratta, per il sindacato, di «una decisione e un comportamento inaspettato» considerando che la società AdI Servizi marittimi, con nota del 10 marzo, affermava «di comprendere le preoccupazioni che l’Unione marittimi manifestava per i marittimi imbarcati sulle navi dell’ex Ilva e che tutti gli sforzi della società erano volti a garantire la operatività e la marcia ordinaria degli asset gestiti della società Gruppo Acciaierie d’Italia in as, incluse le flotte di proprietà di Ilva Servizi marittimi spa».

Bellomo esprime «stupore e amarezza per quanto reso noto al personale della nave Corona Boreale (non direttamente da AdI ma tramite l’agenzia marittima di cui si avvale)» e chiede che «vengano comunicate con immediatezza: le motivazioni che hanno indotto la società armatrice a disporre lo sbarco dei lavoratori marittimi con un preavviso di solo cinque giorni; se il disarmo e lo sbarco degli stessi sia stato autorizzato dall’Autorità marittima e avallato dal Ministero competente e dai commissari straordinari; se e come la società armatrice intende reimpiegare il personale sbarcato».

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