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Ex Ilva, gli ambientalisti: «Il Governo ha nascosto documenti su valutazione impatto sanitario»

La conferenza dei servizi per il rinnovo dell’autorizzazione integrata ambientale dell’ex Ilva, originariamente prevista per oggi, slitta a giovedì prossimo, dopo il doppio confronto del governo con enti locali e sindacati. Intanto sull’Aia, la licenza necessaria allo stabilimento per continuare a produrre, scoppia il caso dei documenti “secretati”.

Annunciati ieri da La Stampa e pubblicati sul web da Veraleaks, si tratta dei documenti dell’Istituto Superiore di Sanità sulle stime di impatto e rischio per la salute sulla popolazione tarantina ipotizzando una produzione di 6 milioni di tonnellate di acciaio all’anno. Documenti a cui avevano chiesto accesso, senza ottenerlo, i parlamentari Angelo Bonelli (Avs), Ubaldo Pagano (Pd) e Mario Turco (M5s), con quest’ultimo che ha presentato un ricorso contro la mancata trasparenza degli atti. Per il ministero delle Imprese, «l’Istituto non ha mai “bocciato” la valutazione di impatto sanitario presentata dal gestore, ma si è limitato a richiedere integrazioni, successivamente presentate, grazie alle quali il parere finale ha concluso per l’accettabilità del rischio».

«Il ministro Urso ha superato ogni limite. Rischio sanitario accettabile è incommentabile», dice il deputato di Avs Bonelli, che accusa il governo di aver nascosto le relazioni sull’impatto sanitario. «Urso dimentica di scrivere che per i prossimi 12 , forse 8 anni, verrà usato il carbone. Ma che importa tanto l’aria e il cibo contaminato se li prendono i tarantini».

Le reazioni

Per il senatore Turco «non ci sono le condizioni per far proseguire la produzione senza compromettere gravemente la salute pubblica. È inaccettabile che il governo continui a ignorare questi rilievi e ad autorizzare, di fatto, l’inquinamento sistematico di un’intera città. La nuova Aia va fermata immediatamente». Per Alessandro Marescotti, leader dell’associazione ambientalista Peacelink, ascoltato ieri in Senato sul decreto per l’ex Ilva, nella trattativa tra governo ed enti locali mancano numeri, documenti, piano industriale, informazioni concrete su costi e ricavi.

«L’accordo di programma è un diversivo. Non si sa neppure chi paga i forni elettrici. Ciò che influenza la decisione del tribunale di Milano è l’Aia e ora sappiamo che non protegge la salute. L’Istituto Superiore di Sanità ha segnalato in tre distinte relazioni “limiti e lacune” nella valutazione di impatto sanitario presentata da Acciaierie d’Italia per ottenere la nuova Aia. Eppure il governo è andato avanti a spron battuto, senza rendere pubbliche queste relazioni, nonostante ci fossero associazioni e parlamentari che chiedevano l’accesso agli atti.

Attualmente non è pubblico neppure il parere istruttorio conclusivo. Si respira un’aria da segreto militare», accusa Marescotti che, alla luce delle criticità segnalate dagli esperti dell’Iss, chiede al sindaco di pretendere un parere sanitario aggiornato e completo. Secondo L’Inail, Taranto è la provincia con la più elevata presenza di patologie tumorali fra i lavoratori.

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