Nulla di fatto durante l’ennesimo incontro tra governo e sindacati metalmeccanici sulla cassa integrazione straordinaria all’ex Ilva. I commissari governativi che guidano la fabbrica hanno chiesto prima l’aumento dagli attuali 3mila a 4mila addetti e poi esteso fino a 4450 gli operai con l’ammortizzatore sociale, di cui oltre 3800 nel sito di Taranto. Ministero del Lavoro e sindacati non hanno trovato un accordo e si sono aggiornati a mercoledì prossimo.
Due giorni dopo si chiuderà la gara per le offerte vincolanti per il gruppo siderurgico. Dopo l’abbandono degli azeri di Baku Steel, sono rimasti in campo gli indiani di Jindal e gli americani di Bedrock mentre piccole cordate italiane puntano al cosiddetto “spezzatino”, cioè a rilevare solo i poli del Nord (Genova, Novi Ligure e Racconigi). Secondo la Fiom, tuttavia, nessuno è realmente interessato ad acquisire il gruppo.
Le reazioni
«L’incontro è stato duro e dai toni drammatici, non abbiamo accettato l’aumento dei numeri della cassa perché è ora di fare chiarezza su cosa il governo vuole fare di questa azienda», dice il coordinatore Loris Scarpa di Fiom-Cgil. L’aumento del numero di lavoratori in cassa per Valerio D’Alò di Fim Cisl «dev’essere motivato da ragioni solide e inserito in un piano di rilancio che progressivamente riduca il ricorso all’ammortizzatore. Assistiamo invece a un silenzio assordante da parte delle istituzioni locali e della politica nazionale».
La richiesta, bollata da subito come “inaccettabile” dai sindacati, si affianca ad una situazione degli impianti siderurgici definita di «una gravità inaudita», con un solo malandato altoforno in marcia e difficoltà a continuare le operazioni di manutenzione agli impianti. Per Guglielmo Gambardella, segretario nazionale di Uilm «le operazioni attuali sull’ex Ilva non prevedono la salvaguardia di tutta l’occupazione e si va avanti nell’incertezza. I lavoratori, diretti e di indotto da 13 anni attendono il loro destino». Usb, intanto, torna a chiedere l’intervento diretto dello Stato nella gestione della fabbrica.