Arriva la diffida da parte del Ministero dell’Ambiente per Acciaierie d’Italia, che gestisce lo stabilimento ex Ilva di Taranto, in relazione alle emissioni di ossido di azoto (NOx) superiori ai limiti consentiti dall’altoforno 4.
La decisione – basata su un’ispezione dell’Ispra, organismo di controllo ambientale – intima all’azienda di conformarsi entro 30 giorni, pena ulteriori provvedimenti.
Secondo il rapporto, il camino E137 del siderurgico ha registrato un valore medio giornaliero di 223 mg/Nm³, più del doppio del limite consentito di 100 mg/Nm³, fissato dopo il completamento degli interventi di adeguamento ambientale previsti entro il 23 agosto 2023. Le violazioni, ripetute anche oltre quella data, sono state segnalate alla Procura di Taranto, all’Arpa Puglia e ad altri enti competenti.
La normativa prevede che, in caso di reiterate violazioni, possa essere disposta la sospensione dell’attività. Per il periodo in questione, il parametro limite era stato superato in più occasioni, sollevando preoccupazioni per l’impatto ambientale e la mancata adozione di tecnologie adeguate.
Acciaierie d’Italia, attualmente in amministrazione straordinaria, ha replicato sostenendo che il limite giornaliero fissato non è accompagnato da indicazioni chiare sulle tecniche necessarie per raggiungerlo. Tuttavia, ha evidenziato un miglioramento nei livelli di NOx, con una media oraria di 95,23 mg/Nm³ registrata tra giugno e ottobre 2024, ritenendo plausibile il rispetto del limite annuo.