Al Ministero delle Imprese e del Made in Italy si è concluso, dopo circa otto ore, l’incontro convocato da Adolfo Urso per discutere dell’accordo sull’ex Ilva. Stando a quanto riferisce il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, «dovremmo rivederci martedì prossimo [15 luglio, ndr] per cercare di trovare una definizione complessiva».
Il governatore pugliese ha annunciato che «chiederemo un rinvio della conferenza dei servizi [prevista per giovedì prossimo, 10 luglio, ndr] per evitare di essere scavalcati dal rilascio di un’Aia a cui la Regione sarebbe contraria». Emiliano ha sottolineato che «laddove non intervenisse l’accordo noi rischieremmo di avere da parte del ministero dell’Ambiente l’autorizzazione degli impianti così come sono adesso senza avere la garanzia della decarbonizzazione, questo è il rischio che noi ovviamente vorremmo provare a evitare».
Quella di oggi per il governatore pugliese «è stata una giornata abbastanza soddisfacente. Abbiamo definito due scenari: un primo per mantenere la strategicità dello stabilimento, come il più importante d’Italia, facendo abbassare i tempi della decarbonizzazione da 12 a 8 anni».
Un secondo scenario, ha aggiunto, «è legato alla nave rigassificatrice. Laddove non ci fosse la possibilità di rifornire i forni Dri con sufficiente gas non sarebbe possibile realizzarli. Quindi si farebbero solo tre forni elettrici che non consentono allo stabilimento di avere lo stesso ruolo».
Emiliano: «Ho informato i leader dell’opposizione. Non ci lascino soli»
Emiliano ha poi riferito di aver «informato i segretari dei partiti dell’opposizione, cioè Schlein, Fratoianni, Bonelli e Conte», affermando di essere «a loro disposizione per fornire tutti gli elementi di cui sono in possesso».
Sottolineando che «la nostra decisione è certamente autonoma» il governatore pugliese ha affermato che «io e gli altri enti locali pensiamo che ci debbano dire cosa pensano sui due possibili scenari o su altre idee» e «mi auguro che non ci lascino soli». E ancora: «Una cosa è certa – ha detto -: nessun partito né di maggioranza né di opposizione ha espresso l’intendimento di chiudere la fabbrica. Quindi – ha concluso – non possiamo arrivare ponendo condizioni impossibili a farla chiudere per implosione» perché sarebbe «una catastrofe ambientale o di salute automatica».
Il Mimit: «Riunione molto proficua»
Dal Mimit fanno sapere che quella di oggi è stata una riunione «molto proficua che ha consentito di approfondire tutti i fattori in campo». Fonti del Ministero riferiscono che «da parte degli enti presenti al tavolo è stato assunto l’impegno di sottoscrivere l’accordo interistituzionale già nella prossima riunione, convocata per martedì 15 per consentire ulteriori approfondimenti sulle due opzioni di lavoro emerse».