«La situazione è ancora molto incerta, il ministro Urso si è affannato a fornire possibili prospettive, ma nessuna di queste garantisce le certezze richieste dalla Regione Puglia, dal Comune di Taranto e soprattutto dai lavoratori». Ad affermarlo è il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, al termine del tavolo nazionale sugli stabilimenti ex Ilva in Italia convocato a Roma dal ministro del Made in Italy Adolfo Urso.
«Questo è il punto vero» specifica il governatore pugliese, evidenziando che «c”è il rischio che l’iniziativa sindacale di protesta, in assenza di quelle certezze, possa riprendere con ulteriore danno per la produzione. Come Regione Puglia insistiamo perché ci sia la garanzia da parte del governo che laddove non ci sia un acquirente privato, il governo stesso assuma direttamente, o attraverso proprie partecipate, la gestione dello stabilimento, lo riqualifichi dal punto di vista tecnologico ed eventualmente lo collochi al prezzo migliore». In questo modo, spiega, è possibile anche garantire i posti di lavoro attraverso le opere di ricostruzione della fabbrica.
«Vorrei chiarire – aggiunge il presidente Emiliano – che i forni a ciclo integrato hanno costi fuori mercato, quindi gli altiforni non si possono ricostruire, al massimo manutenere. Peraltro nel 2028 entra in vigore una serie di tassazioni europee sulle emissioni di CO2 che rendono fuori mercato non solo la costruzione del forno, ma anche la gestione dei forni al ciclo integrato. Quindi – conclude – bisogna decarbonizzare per forza e per farlo bisognerà trovare quella fonte di approvvigionamento del gas che sia compatibile con le aspettative del territorio».









