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Ex Ilva, dopo l’Aia scoppia la polemica. Peacelink attacca: «Urso mente, possibile ricorso»

Potrebbe dirsi il the day after, quello di ieri, dopo l’approvazione dell’Aia (Autorizzazione Integrata Ambientale) per l’ex Ilva di Taranto. Fioccano le polemiche, ma anche le diverse interpretazioni. Se ieri il ministro alle Imprese, Urso ha gongolato: «E’ salva l’acciaieria italiana», oggi c’è chi lo contraddice. «Devo contraddire il ministro: l’Aia per l’ex Ilva non è stata ancora approvata», a sostenerlo è Alessandro Marescotti, presidente di Peacelink, che interviene dopo le dichiarazioni del ministro Urso.

Paecelink chiarisce che quella che è stata approvato è il Pic, ossia «il Parere istruttorio conclusivo, dalla conferenza dei servizi – spiega – ma non l’Autorizzazione Integrata Ambientale. Gli enti territoriali hanno votato contro, cosa mai accaduta nella storia dell’Aia Ilva». Una novità che, secondo Marescotti, obbligherà il ministero dell’Ambiente a tenere conto di quanto stabilito localmente. Insomma visto che gli enti locali (Comune e Provincia) hanno dato il proprio parere negativo, non si potrà non tener conto di questo. Altro che vittoria. «Si è determinata una situazione inedita che porterà il ministro a dover considerare, nell’atto conclusivo, le prescrizioni del sindaco di Taranto. Ad esempio, la questione dei lavoratori non inseriti nella Vis, la Valutazione di Impatto Sanitario». Se ciò non avverrà, avverte, «si offrirebbe lo spunto per un ricorso al Tar entro 60 giorni».

Per questo Peacelink invita l’amministrazione comunale a non perdere tempo: «In consiglio comunale chiediamo al Sindaco di preparare il ricorso. È altamente auspicabile». L’assemblea cittadina per discutere anche dell’accordo di programma a Taranto si terrà lunedì prossimo.

Marescotti conclude con un appello: «Aspettiamo di leggere l’Aia, che non c’è ancora, a differenza di quello che vuol raccontare il ministro Urso».

Le reazioni

Intanto il ministro rassicura che anche se l’Aia è temporanea sarà gestita al meglio l’impatto occupazionale. E i sindacati tirano un sospiro di sollievo: «E’ un’Aia transitoria solo per evitare la chiusura, ma il futuro passa da scelte condivise con gli enti locali», dice il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, aggiungendo che «la situazione è drammatica: siamo al bivio finale di una crisi che da oltre tredici anni colpisce migliaia di famiglie. O si pongono condizioni concrete e condivise per il rilancio oppure si rischia una fermata definitiva». Palombella ricorda che l’Aia prevede ben 470 prescrizioni, «ma dà la possibilità di continuare a produrre e mantenere in vita gli stabilimenti».

«Lo sperpero»

Dà man forte alla posizione di Peacelink, il senatore del M5 Stelle, Turco: «Non bastano il miliardo e mezzo sperperato. Urso sull’Ex Ilva continua a bluffare, se non proprio a mentire, come se si trovasse in un tavolo da poker. Come ha evidenziato Peacelink, la conferenza dei servizi ha approvato il parere istruttorio conclusivo, ma non l’Autorizzazione Integrata Ambientale, alla quale gli enti territoriali continuano a dire no».

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