SEZIONI
SEZIONI
Bari
Sfoglia il giornale di oggiAbbonati

E ora dalla Regione Puglia un assegno da 20 milioni di euro per salvare l’indotto

Un assegno da 20 milioni di euro per tenere in vita oltre 100 aziende dell’indotto ex Ilva, che danno lavoro a circa 5mila persone. È il contributo straordinario messo sul tavolo dalla Regione Puglia alla vigilia del nuovo vertice romano sul futuro del siderurgico. Una mossa a sorpresa del governatore Michele Emiliano, che conferma la…
l'edicola

Un assegno da 20 milioni di euro per tenere in vita oltre 100 aziende dell’indotto ex Ilva, che danno lavoro a circa 5mila persone. È il contributo straordinario messo sul tavolo dalla Regione Puglia alla vigilia del nuovo vertice romano sul futuro del siderurgico. Una mossa a sorpresa del governatore Michele Emiliano, che conferma la linea della “responsabilità” seguita fin dall’inizio del confronto con il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, e che potrebbe aprire uno spiraglio nelle trattative.

I fondi

Le risorse arriveranno dall’avanzo vincolato di amministrazione e serviranno a ristorare le imprese in crisi, come previsto dal decreto “salva Ilva” del 2024. Ogni azienda potrà ricevere fino a 300mila euro in tre anni, con l’obiettivo di superare il calo produttivo in attesa di un possibile rilancio legato alla firma dell’accordo di programma. Ma la strada è tutta in salita con gli enti locali che puntano ad una soluzione diversa da quella prospettata dai sindacati.

La vertenza

I sindacati di base mettono in guardia: «L’ex Ilva – ricordano, resta la prima fonte di reddito per la città», con circa 15mila lavoratori coinvolti. «Conosciamo le sofferenze sanitarie e ambientali – sottolineano – ma queste non spariranno con lo spegnimento degli impianti». Il nodo resta sempre lo stesso: trasformare un colosso dell’acciaio che pesa sull’ambiente in un impianto sostenibile, salvando lavoro e salute. Per farlo, avvertono i sindacati, serve «un progetto chiaro, condiviso e con il governo protagonista».

Gli aiuti

In questo solco s’inserisce il salvataggio regionale maturato nei mesi scorsi per sostenere l’indotto del comparto produttivo di Acciaierie d’Italia. Una strada aperta circa un anno fa da un emendamento al decreto legislativo 4 del 2024 in materia di amministrazione straordinaria delle imprese di carattere strategico, che autorizza le regioni allo svincolo di quote di avanzo vincolato di amministrazione a favore di imprese dell’indotto così come concordato con il governo centrale. Rispetto alla bozza iniziale la struttura del contributo ha subito un taglio del 10% (dall’80 al 70%) dei crediti vantati dalle imprese da Acciaierie Italia. I contributi in conto esercizio saranno erogati sotto forma di sovvenzioni dirette alle imprese richiedenti quantificati sulla base delle perdite sui crediti prededucibili vantati dalle stesse imprese verso il Gruppo AdI (ex Ilva), così come certificarti dal Tribunale di Milano.

Le sovvenzioni erogabili saranno pari al 30% del credito prededucibile di ciascuna impresa ammissibile, fermo restando il massimale prefissato. Se le richieste dovessero superare il plafond dei 20 milioni la percentuale del 30% sarà ricalcolata. Tre i requisiti richiesti per i beneficiari: rientrare nell’elenco stabilito dal tribunale di Milano, sede legale o operativa nella regione Puglia, rientrare nel quadro di grandi imprese e Pmi ricomprese nella Raccomandazione 2003/361/CE dell’Unione Europea. Procedure snelle, dunque, per assicurare ristori immediati alle imprese in coerenza con quanto previsto dal decreto-legge, in un’ottica non assistenziale, ma funzionale a salvaguardare posti di lavoro.

CORRELATI

Politica, Taranto","include_children":"true"}],"signature":"c4abad1ced9830efc16d8fa3827ba39e","user_id":1,"time":1730895210,"useQueryEditor":true,"post_type":"post","post__in":[452964,458130,457918],"paged":1}" data-page="1" data-max-pages="1" data-start="1" data-end="3">

Lascia un commento

Bentornato,
accedi al tuo account

Registrati

Tutte le news di Puglia e Basilicata a portata di click!