Mentre per il governo e i commissari questi sono gli ultimi giorni di valutazione sul nuovo investitore del siderurgico, gli azeri di Baku Steel hanno fatto di nuovo visita all’Ex Ilva di Taranto, dove hanno incontrato i tecnici di Acciaierie d’Italia. Un “blitz” che precede il vertice di oggi, convocato dal sottosegretario alla presidenza Alfredo Mantovano, che l’esecutivo avrà con le sigle sindacali per illustrare i contenuti delle tre offerte arrivate appunto dall’azera Baku Steel, dall’indiana Jindal International e dal fondo americano Bedrock per l’insieme di Acciaierie, tenuto conto che si è inteso privilegiare chi punta al gruppo intero e non a singoli asset, sui quali ci sono sette offerte.
La decisione
La scelta del vincitore sarà invece presa entro il 14, come specificato dal ministro delle Imprese Adolfo Urso. La decisione finale non sarebbe stata ancora stata definita ufficialmente. Di certo si sa che non ci sarà, come si ipotizzava in un primo momento, il negoziato esclusivo con il vincitore della gara al fine di migliorare l’offerta presentata. I rinvii che si sono succeduti da novembre, prima scadenza fissata per la presentazione delle proposte economiche, hanno già di fatto dato modo ai potenziali investitori di rilanciare. Una volta presa la decisione, partirà quindi la fase dell’adozione del Golden Power da parte del governo, che attraverso poteri speciali eserciterà la vigilanza sull’interesse pubblico nazionale, il rilascio del parere dell’Antitrust europeo, la stesura del contratto di vendita e la messa a punto della norma con partecipazione minoritaria dello Stato nella nuova compagine societaria.
La polemica
Nel frattempo il destino del siderurgico continua ad animare il dibattito politico. «La maggioranza di destra che sostiene il governo Meloni sta per approvare il decreto “Salva Ilva”, ma questo provvedimento non tutela né la salute dei cittadini né l’occupazione. Addirittura, vogliono affidare la valutazione del danno sanitario a chi gestisce l’impianto siderurgico. Si sono dimenticati dell’inquinamento che ha devastato un’intera città. Ancora oggi, a pagare il prezzo di questa situazione sono i tarantini, che non vedono un futuro né per la loro salute né per il lavoro», ha sottolineato Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde e deputato Alleanza Verdi e Sinistra, durante un’intervista rilasciata a Rai Parlamento.