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Ex Ilva, a Taranto via alle assemblee in vista dello sciopero: «L’unica via è l’intervento pubblico»

I sindacati Fim, Fiom e Uilm hanno indetto uno sciopero in tutti gli stabilimenti del gruppo per il prossimo 16 ottobre
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I lavoratori dell’ex Ilva si preparano alla mobilitazione indetta dai sindacati Fim, Fiom e Uilm per il 16 ottobre prossimo quando è previsto uno sciopero in tutti i siti del gruppo.

A Taranto, nello stabilimento di Acciaierie d’Italia, sono cominciate le assemblee. Durante l’incontro con gli operai, il segretario nazionale con delega alla siderurgia della Fim Cisl, Valerio D’Alò, ha richiamato l’importanza della partecipazione e la necessità di un intervento deciso dello Stato nella vertenza.

«Non vogliamo tornare indietro al 2012. Lo Stato deve garantirci un posto di lavoro dignitoso», ha affermato D’Alò. «La responsabilità di quello che è successo è da ascrivere a tutti i governi che si sono succeduti, non ce n’è uno che si salva. L’unica via è che ci sia un forte intervento pubblico, ma che non metta i soldi per farli sparire chissà come. Deve investirli sugli impianti per poi fare una società pubblico-privata per far continuare a lavorare».

Il dirigente sindacale ha ricordato che «i lavoratori dell’Ilva non hanno mai chiesto assistenzialismo a nessuno» ma «sono persone oneste che rispettano il territorio e chiedono solo di lavorare in un posto salubre. Niente di più e niente di meno. Abbiamo subito gli effetti della cassa integrazione e dell’inquinamento, alla fine siamo gli unici che pagano e subiscono le decisioni degli altri», ha aggiunto.

D’Alò ha invitato i lavoratori a partecipare compatti alla mobilitazione: «Serve un gesto di responsabilità nostra. Più saremo numerosi e rumorosi e più riusciremo a far sentire la voce dei lavoratori di Taranto, che tutto vogliono tranne che stare zitti».

Il sindacalista ha poi affermato che «dobbiamo batterci contro la politica del no e farci sentire come lavoratori». D’Alò ha sottolineato che «si è chiuso un bando di gara e, per assurdo, le uniche notizie uscite arrivano da giornali e comunicati stampa. Niente di ufficiale, e questo deve metterci in allarme». E ha ricordato che «a un certo punto del percorso che ha portato alla nuova amministrazione straordinaria, sulla discussione della cassa integrazione hanno deciso di non trattare più. C’era tutta la disponibilità da parte nostra, ma il Ministero del Lavoro ha deciso di chiudere con un mancato accordo».

Il sindacalista ha sottolineato che «sulla nostra vertenza hanno parlato tutti, ma non con i lavoratori. C’è sempre chi cavalca la confusione per creare disastri». D’Alò ha poi ribadito che «abbiamo detto da una vita che l’Ilva andava decarbonizzata ma hai bisogno del gas, devi essere onesto con i lavoratori e dire che se cambio ciclo produttivo servono meno persone al lavoro».

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