Oggi è il giorno dell’Ilva. Mentre al Parlamento si vota, con la fiducia, il decreto legge per l’ex Ilva, al ministero delle Imprese, assente il Comune di Taranto, orfano del sindaco Piero Bitetti che si è dimesso, asserragliato dopo una violenta contestazione a Palazzo di città, Governo e Regione, insieme a Provincia di Taranto e Comune di Statte si incontrano per firmare l’accordo di programma sul piano di decarbonizzazione della fabbrica. Un piano teorico (non si conoscono ancora le fonti finanziarie) per dismettere in 8-10 anni i vecchi altoforni a carbone e sostituirli con quelli elettrici. In città, intanto, continuano le proteste delle associazioni che chiedono la chiusura del siderurgico. Per il governatore Michele Emiliano «siamo ad un passo dalla firma o dal fallimento».
Scontro con gli alleati
Emiliano loda il governo, «serve un compromesso che il ministro Urso ci sta offrendo» e striglia gli alleati, «è necessario che tutte le forze politiche ci dicano quello che pensano», ha detto ieri alla trasmissione radiofonico di Rai Radio Uno “Radio anch’io”. «Noi abbiamo il Partito Democratico che, sia pure con molta cautela per non creare interferenze con gli altri partiti dell’opposizione, ci sostiene. Allo stesso tempo, c’è un silenzio direi inopportuno da parte dei Verdi e del Movimento 5 Stelle. Eppure il Movimento è un partito che era al governo con Draghi, che ha finanziato i forni con tecnologia Dri per la prima volta con il Pnrr, quindi evidentemente alla decarbonizzazione ci era arrivato».
L’affondo di D’Attis
Una frase colta al volo dal segretario regionale di Forza Italia Mauro D’Attis, per il quale, quella di Emiliano è «una voce isolata in un centrosinistra bloccato da veti e muri ideologici: dove è finito il resto della loro coalizione? È evidente che quanto sta accadendo sia solo un assaggio dell’alleanza che si candida alla guida della Regione Puglia ed è per questo che credo sia giusto fare un appello alla responsabilità», dice D’attis. Per il deputato forzista «il governo Meloni sta incidendo con serietà sul futuro dell’ex Ilva, dimostrando una decisa volontà di portare avanti la decarbonizzazione e avviando un percorso di rinnovamento industriale, puntando sulla produzione di acciaio green, con il massimo coinvolgimento della comunità locale. Ed è per questo che il sindaco Bitetti dovrebbe ritirare le dimissioni e dimostrare di assumersi la responsabilità delle scelte».
La solitudine del numero uno
«Non so – dice Emiliano – se le dimissioni del sindaco Bitetti possano rientrare. Il sindaco non può risolvere da solo un problema al Governo e a tutta l’opposizione, non può confrontarsi fisicamente senza le giuste tutele delle forze dell’ordine con un gruppo di persone che soffre nella propria carne un dolore non gestibile da nessuno».