Dal 6 ottobre saranno avviati i primi cantieri lungo il tracciato delle condotte e nell’area dell’impianto, affiancati dai monitoraggi ambientali e dalle operazioni di bonifica per eventuali ordigni bellici. Si tratta delle prime attività relative al nuovo impianto di dissalazione destinato a rafforzare la sicurezza idrica di 385 mila persone. Il sito individuato – esteso su quasi 2 ettari e a circa 1 chilometro dal fiume Tara – sarà liberato dagli agrumi presenti, che verranno reimpiantati in altri terreni nel rispetto delle pratiche agronomiche.
L’intervento green
Per favorire la cura del territorio, Acquedotto Pugliese ha lanciato una manifestazione di interesse per l’adozione di 1.500 nuovi alberi di agrumi, invitando cittadini, enti, associazioni e aziende agricole a candidarsi per accoglierli. La selezione sarà effettuata in base a criteri come l’idoneità dei terreni, la presenza di impianti irrigui, l’esperienza nella gestione delle piante e l’adozione di pratiche sostenibili. Per quanto riguarda gli ulivi è previsto il reimpianto in accordo con i proprietari, nel rispetto delle normative regionali e nelle condizioni climatiche più favorevoli.
La prospettiva
Dal punto di vista tecnico, l’impianto sarà alimentato da energia verde. Sono due le condotte previste: la prima, lunga 14 chilometri di cui 5 realizzati con tecnologie no-dig, porterà fino a 650 litri al secondo di acqua potabile al serbatoio di Taranto, nodo cruciale della rete idrica da 24 mila chilometri di Aqp; la seconda, lunga 4,5 chilometri, rilascerà nell’area del molo polisettoriale l’acqua residua, compatibile con l’ecosistema marino e simile a quella già presente nel fiume e nel suo sbocco naturale.