«Ma cos’è la destra, cos’è la sinistra» cantava Giorgio Gaber una trentina di anni fa. Il voto amministrativo, si è sempre detto, non ha valore politico ma forse questo non vale per una grande città del Sud come Taranto, crocevia di vertenze nazionali, come quella dell’ex Ilva e di investimenti per miliardi di euro, dai fondi europei per la transizione agli investimenti per Giochi del Mediterraneo 2026. A Taranto in un mese e mezzo di campagna elettorale si sono incrociati big della politica nazionale e ministri. La piattaforma sperimentale da 150mila elettori (ma l’affluenza del 34% alle 19 di ieri sera fa ipotizzare che come nel 2022 andrà a votare la metà degli aventi diritto) potrebbe essere un banco di prova per le regionali ma anche una cartina di tornasole per gli equilibri nella maggioranza di governo. Centrodestra e centrosinistra si presentano divisi e frammentati.
Il “caso Taranto”
Dopo estenuanti quanto inutili riunioni del tavolo romano, il centrodestra, che manca il bersaglio da un ventennio nella città dei Due Mari, è riuscito a fare harakiri per via del “tradimento” di Lega e Udc, che anziché appoggiare la candidatura dell’ex presidente regionale di Confagricoltura Luca Lazzàro, espressione di FdI, hanno candidato a sindaco Francesco Tacente, ex presidente del consorzio di trasporto pubblico della provincia, scelto anche da Riformisti e Socialisti e da diverse liste in cui milita la maggior parte degli ex assessori e consiglieri della maggioranza di centrosinistra dell’ex sindaco Rinaldo Melucci. «Taranto deve scegliere tra il futuro e i rifiuti», ha detto il ministro della Difesa Guido Crosetto. Salvini dal canto suo ha cercato di sminuire. «A livello locale può accadere» che non si vada uniti, ha detto il ministro dei Trasporti, ricordando che la Lega è un movimento autonomista. I candidati del Carroccio sono nella lista “Prima Taranto” a sostegno di Tacente, ma a Massafra la Lega (con “Prima Massafra”) è con i partiti di governo a sostegno di Emanuele Fisicaro. Ora bisognerà capire se, nel caso in cui Lazzàro o Tacente vadano al ballottaggio, il centrodestra tornerà unito e a che prezzo. E non è escluso che le scelte della Lega abbiano ripercussioni, ad esempio sulla nomina dei vertici dell’autorità portuale, dove il Carroccio ha indicato l’ex presidente della Provincia Giovanni Gugliotti.
Conte punge gli alleati
Anche il campo largo del centrosinistra è saltato. M5s (con Rifondazione) ha deciso di correre da solo con la giornalista Annagrazia Angolano e non appoggiare l’ex presidente del Consiglio comunale Piero Bitetti, candidato di Con, Pd, Demos, Azione, Avs, Democrazia Cristiana (che altrove è nel centrodestra) e altri.
Come si sia riusciti a mettere insieme Calenda con Alleanza Verdi e Sinistra nella città dell’Ilva resta difficile da spiegare, vista la distanza siderale sulla politica industriale, la presenza di un rigassificatore e il futuro del siderurgico. E Giuseppe Conte, proprio dal palco elettorale di Taranto, ha lanciato messaggi di fuoco al centrosinistra in vista delle regionali.