Sarà ballottaggio tra Piero Bitetti e Francesco Tacente. Il primo turno non è bastato a decidere il nome del prossimo sindaco di Taranto, dopo che a febbraio scorso Rinaldo Melucci è stato sfiduciato da 17 consiglieri dimissionari.
L’ex presidente del Consiglio Piero Bitetti, candidato per il centrosinistra (sostenuto dal Pd, Avs, Demos, Unire, Con Bitetti, Democrazia Cristiana e Partito Liberal Democratico-Azione), è il più suffragato con circa il 37% delle preferenze (secondo le schede scrutinate al momento in cui questo giornale va in stampa), staccando di circa 11 punti percentuali Francesco Tacente, presidente uscente del consorzio trasporti pubblici (Ctp) della Provincia, sostenuto da una coalizione eterogenera di cui fanno parte la Lega (che però corre senza simbolo nella lista “Prima Taranto”), l’Udc, Riformisti e Socialisti e alcune liste civiche in cui figurano esponenti della maggioranza e della ex giunta Melucci.
L’analisi del voto
A circa il 20% si ferma il candidato del centrodestra Luca Lazzàro, sostenuto da FdI, FI, Pli e Noi Moderati. E proprio sulle scelte del centrodestra si concentra ora l’attenzione in vista del ballottaggio. I partiti della maggioranza di governo non hanno certamente gradito la diaspora della Lega, tanto che ieri a Palazzo Chigi si è tenuto un vertice tra i leader della maggioranza di governo per commentare il voto «comunale e non politico».
Ha partecipato anche Maurizio Lupi che, in evidente confusione, parlava di centrodestra al ballottaggio nonostante in realtà il suo candidato, Lazzàro, non ce l’abbia fatta. La prima delle 28 liste in corsa, è risultata quella del Pd, primo partito in città con circa il 14%, seguito da FdI (9%, ben lontano dalle medie nazionali) e M5s (7%). L’affluenza definitiva alle urne è stata del 56,6%, in leggero aumento rispetto al 52,21 delle amministrative 2022, che tuttavia si tennero in un solo giorno.
Gli altri
La candidata sindaco, unica donna in corsa, risultata di gran lunga più votata rispetto alla sua coalizione è stata la giornalista Annagrazia Angolano, che supera di poco l’11% delle preferenze, tre punti in più della coalizione e ben 5 più del M5s. Anche Lazzàro ha ottenuto in media un punto percentuale in più rispetto al centrodestra al contrario di Bitetti, che in media prende 3-4 punti in meno del centrosinistra e Tacente, che prende meno voti della sua coalizione. Si attesta intorno al 5% Mirko Di Bello, sostenuto da sei liste civiche. Non va oltre l’un per cento Mario Cito, figlio di Giancarlo Cito, già sindaco e parlamentare, scomparso nei giorni scorsi.