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Comunali a Taranto, almeno 5 i candidati sindaco: il centrodestra è ancora senza nome

Si va verso una corsa ad almeno cinque candidati sindaco per le amministrative di fine maggio a Taranto, con la quasi certezza che sarà necessario un secondo turno elettorale. A due mesi dal voto è certo che li campo largo di centrosinistra si presenterà scisso. Le forze progressiste sostengono la candidatura di Piero Bitetti (Con),…

Si va verso una corsa ad almeno cinque candidati sindaco per le amministrative di fine maggio a Taranto, con la quasi certezza che sarà necessario un secondo turno elettorale. A due mesi dal voto è certo che li campo largo di centrosinistra si presenterà scisso. Le forze progressiste sostengono la candidatura di Piero Bitetti (Con), già presidente del Consiglio, poi sfiduciato dalla maggioranza dell’ex sindaco Rinaldo Melucci nella passata consiliatura.

Proprio oggi Bitetti presenterà ufficialmente il suo programma elettorale in un parco cittadino. Non sarà della squadra il Movimento cinque stelle, che ha scelto la corsa solitaria con la giornalista Annagrazia Angolano, storica attivista e già candidata in passato alla Camera per i pentastellati. Sembra ormai certo che anche sul fronte opposto non sarà unitario il candidato sindaco. Ieri sera in città nuova riunione delle forze civiche che non intendono rinunciare alla candidatura dell’avvocato penalista Francesco Tacente, attuale presidente del Consorzio Trasporto pubblico della Provincia, sostenuto anche dalla Lega, che alle amministrative di fine maggio si presenterà col simbolo “Prima Taranto”. E se oggi, come pare ormai certo, le forze civiche “romperanno” il tavolo e annunceranno la corsa alla poltrona più alta di palazzo di Città con Tacente, resta ancora da capire chi sarà il candidato delle forze tradizionali di centrodestra, Fratelli d’Italia e Forza Italia.

Il nodo romano

Dopo che i vertici locali dei principali partiti di centrodestra hanno issato bandiera bianca, da settimane ormai anche il tavolo nazionale non riesce a trovare la quadra per offrire un candidato unitario agli elettori di una delle più importanti città del Sud, snodo fondamentale di vertenze di impatto nazionale, dall’ex Ilva, al porto e di progetti senza precedenti, come i Giochi del Mediterraneo 2026 ed i fondi del Just Transition fund (pioveranno sulla città circa 750 milioni di euro). Ieri era in programma una nuova riunione e non è escluso che, visti anche i tempi ormai ristretti, i partiti tradizionali decidano di virare su Tacente, nonostante il nome non sia gradito alla base militante, in particolare in FdI, per la “vicinanza” con esponenti politici impegnati fino a poco tempo prima con la precedente amministrazione targata Melucci.

Il partito di Meloni, che sulla base al peso politico potrebbe pretendere di mettere la bandierina su Taranto, ha proposto il nome di Luca Lazzàro, presidente di Confagricoltura. L’altro ieri era stato il presidente di Forza Italia, Antonio Tajani, a fare una fuga in avanti riproponendo il nome del consigliere regionale Massimiliano Di Cuia, ritenuto «proposta vincente per il rilancio della città» ed invitando gli alleati all’unità insieme al senatore Maurizio Gasparri.

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