È atteso per domani il conferimento dell’incarico al medico legale che dovrà esaminare il cadavere di Michele Mastropietro, il 59enne ucciso giovedì scorso, nelle campagne di Grottaglie, nel corso di uno scontro a fuoco con i poliziotti che davano la caccia a lui e a Camillo Giannattasio.
Tutto lascia pensare che il perito nominato dalla Procura della Repubblica di Taranto concentrerà l’attenzione sui fori d’entrata e di uscita dei proiettili che hanno ucciso Mastropietro. Se dall’autopsia emergesse che quest’ultimo è stato colpito frontalmente, la posizione dei due agenti sotto inchiesta si alleggerirebbe; diversamente, se il medico legale accertasse che il 59enne è stato colpito alle spalle, magari mentre tentava di fuggire. Oltre l’autopsia, è probabile che il pm tarantino Francesco Ciardo voglia commissionare anche una serie di esami balistici per accertare la legittimità delle armi in uso alla coppia di poliziotti.
La prima ricostruzione
Stando a quanto finora ricostruito dalle forze dell’ordine, Mastropietro e Giannattasio avrebbero ingaggiato uno scontro a fuoco con gli agenti della Squadra mobile di Taranto che davano loro la caccia dopo l’uccisione del brigadiere Carlo Legrottaglie.
Giunto nelle campagne di Grottaglie già ferito, in seguito alla prima sparatoria con i carabinieri, Mastropietro avrebbe ignorato l’ordine di gettare l’arma rivoltogli dai poliziotti e, per tutta risposta, avrebbe cominciato a sparare.
L’ipotesi è che il 59enne e Giannattasio volessero evitare la scoperta dell’arsenale che il secondo nascondeva nel suo negozio di ferramenta.