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Caos rifiuti a Taranto, botta e risposta tra maggioranza e opposizione: ora c’è l’appello alla prefetta

L’opposizione torna all’attacco sulla raccolta dei rifiuti. «La città è allo sbando, la salute dei cittadini è a rischio», dicono, chiedendo l’intervento della prefetta Paola Dessì. Il clima è rovente. L’assessore alle partecipate Gianni Cataldino replica a chi accusa Kyma Ambiente di non raccogliere rifiuti al quartiere Tamburi per far aumentare i numeri della differenziata, parlando di «menzogne politiche» e aggiunge: «chi diffonde falsità se ne assumerà la responsabilità». Oggi intanto il presidente di Kyma Alfredo Spalluto terrà un incontro sulla differenziata.

L’accusa

Secondo i dieci consiglieri d’opposizione, «le periferie, in particolare i quartieri Tamburi, Paolo VI e Salinella sono soffocati da cumuli di rifiuti non raccolti, in un quadro che non ha precedenti negli ultimi anni. È inaccettabile che interi quartieri vengano lasciati a marcire tra rifiuti, odori insopportabili e rischi sanitari evidenti». Un «disastro urbano», causato «dall’inerzia totale dell’amministrazione comunale» per il quale i 10 consiglieri hanno scritto una lettera a Dessì chiedendo un suo intervento immediato, anche attraverso misure emergenziali, «per ristabilire condizioni minime di vivibilità».

La replica

«Nessuno ha mai pensato, né mai penserà, di lasciare cumuli per gonfiare dati. La città è ancora sporca, sì, ma non perché qualcuno abbia deciso di non raccogliere: è sporca perché per anni si è alimentato un modello sbagliato», dice l’assessore Cataldino. «La realtà è semplice: Taranto sta passando da una differenziata fittizia, quella degli anni in cui tutto finiva comunque insieme, a una differenziata vera. E i risultati già ci sono: 500mila euro in meno conferiti in discarica, qualità delle frazioni nettamente migliorata, contributi dei consorzi di filiera in aumento. Tutto realizzato perseguendo l’obiettivo di mantenere pubblica l’azienda. Non stiamo giocando con i numeri: li stiamo finalmente producendo. Per troppo tempo si è usato qualunque cassonetto per qualunque rifiuto, senza distinzione, nè controlli», conclude Cataldino.

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