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Sviluppo e Lavoro Taranto

Taranto, 160 dipendenti della Cittadella della Carità senza stipendio: sos alle istituzioni

Vigilia del Natale amara per i 160 dipendenti della Cittadella della Carità. Senza stipendio e senza prospettive i lavoratori e le lavoratrici della struttura sanitaria tarantina si sono convocati davanti al piazzale della concattedrale Gran Madre di Dio. L’iniziativa è stata voluta da Fp Cgil, Cisl Fp e Fials, che rivolgono un appello per la risoluzione della vertenza al presidente della fondazione della Cittadella della Carità, al direttore generale dell’Asl, alla Regione, all’azienda Soave e all’arcivescovo Ciro Miniero.

Per i sindacati «la vertenza è in una grave fase di stallo. Non c’è più tempo da perdere, le istituzioni devono intervenire urgentemente per sanare una situazione diventata davvero inverosimile». «La situazione è drammatica – racconta Leonardo Tursi, dipendente di Cittadella e Rsu Fials, uno dei sindacati più rappresentati in azienda – non abbiamo neanche percepito lo stipendio intero di novembre, solo un acconto nonostante ci avessero promesso lo stipendio per intero. Aspettiamo ancora parte della tredicesima dello scorso anno, la mensilità di aprile, il premio incentivante e la tredicesima del 2024. Oramai siamo a fine mese e non sappiamo che ne sarà dello stipendio di dicembre».

Ha suscitato grande scalpore il silenzio di questi giorni da parte del vescovo Ciro Miniero. «Nell’ultimo incontro evidenziammo l’importanza quantomeno di ricevere la sua vicinanza, seppur spirituale, invece neanche una parola di conforto. Ha fatto visita ad Asl, alla clinica Villa Verde ma non è venuto in Cittadella, che è casa sua, è stata fondata dalla curia e gestita per decenni. Questo ha mandato davvero nello sconforto e fatto arrabbiare i lavoratori», spiega Tursi.

Sul futuro di una eccellenza della sanità ionica vige la totale incertezza. C’è stato l’interessamento del gruppo Neuromed ma non si è ancora concretizzato. «Non importa che sia un’azienda o un’altra – precisano i sindacati – l’importante è dare continuità a una struttura fondamentale per il territorio, per evitare che sia ulteriormente depauperato il quadro di offerta sanitaria del territorio».

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