L’accordo siglato al ministero sul futuro dell’ex Ilva, al di là delle perplessità che suscita da più parti, apre comunque la discussione su quello che sarà l’utilizzo delle aree che verranno liberate. Uno scenario che vedrà il coinvolgimento dei costruttori edili. Il presidente di Ance Puglia, Gerardo Biancofiore ha idee molto chiare sulla questione.
Presidente la prospettiva che si apre dopo il patto siglato a Roma potrebbe essere particolarmente interessante per i costruttori pugliesi, non crede?
«Credo che intorno all’ex Ilva si è fatta una storia, oltre a quella della siderurgia, anche tutte le vicissitudini seguenti hanno caratterizzato quel territorio, quella città, quei tanti lavoratori che si sono visti sempre nel limbo dell’incertezza. Secondo me questa svolta sul discorso green, la decarbonizzazione, ha con sè un tema molto chiaro che io predico da parecchio tempo, è un fattore decisivo per tutti, è il fattore tempo. Un fattore decisivo. Per esempio sta avendo un grosso successo nel Sud la struttura di missione la Zes. Perché ci sono tanti investimenti? Perché c’è la certezza dei tempi. Entro 45 giorni hai una risposta per sapere se fare l’investimento o meno. Quindi il tempo è decisivo. Aggiungo che per quanti soldi ha il Meridione e Taranto ha a disposizione il tempo è decisivo per dare delle risposte non soltanto a quella città ma anche all’intero Paese».
Per voi costruttori potrebbe rappresentare quella dell’ex Ilva, una grande area particolarmente appetibile?
«Lo deve diventare. Perché tutto quello che ha a che fare con Taranto ha potenzialità enormi. Se pensiamo a tutta la riqualificazione del centro storico, a quel mare bellissimo poco valorizzato, pensiamo alle strutture turistiche, ma poi alla città, dove c’è da fare tantissimo. Le risorse ci sono, servono tempi certi. Fondi di coesione, Pnrr vanno bene ma è fondamentale il tempo. Se tutti quanti remiamo insieme politica, imprenditori, in una stessa direzione noi le cose le facciamo. E quando ci troviamo alle strette gli italiani e noi del Sud facciamo la nostra parte per bene. Per esempio il ponte Morandi, in un anno e mezzo è stato fatto».
Presidente quello è un buon esempio, ma anche la bonifica della Fibronit a Bari, tutto sommato si è realizzata.
«Noi abbiamo tutte le caratteristiche per fare benissimo, abbiamo bisogno di certezze, quando queste ci sono abbiamo le capacità intellettuali e imprenditoriali per fare cose straordinarie».
Non temete che possano giungere a Taranto dal Nord o dall’estero altri imprenditori edili?
«Ben vengano, tanto noi andiamo da loro. Io ho fatto il presidente delle imprese italiane all’estero quindi conosco bene i competitor. All’estero noi facciamo cose straordinarie».
Quindi la presenza di competitor stranieri non vi spaventa?
«Ma no, magari, questo ci fa rimboccare le maniche per fare ancora meglio»,
Ma lei come imprenditore edile cosa le piacerebbe sorgesse nelle aree dell’ex Ilva che saranno dismesse?
«Farei tanta roba per tutta quella gente che ha sofferto in tutti questi anni, in particolare in alcuni quartieri e farli diventare più belli, vivibili, dove creare un ecosistema fantastico con l’università, la ricerca, lo svago. E Taranto la merita tutta».