SEZIONI
SEZIONI
Bari
Sfoglia il giornale di oggiAbbonati

Annuncio choc del Governo, Ex Ilva: 6mila operai in cassa integrazione

Raggiunge livelli d’allarme, la cassa integrazione e spunta una trattativa riservata con un quarto operatore, un soggetto estero su cui il ministro delle Imprese Adolfo Urso mantiene ancora il segreto. Ha sapore amaro l’incontro di ieri governo-sindacati metalmeccanici sul futuro dell’ex Ilva, durante il quale il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano ha chiesto…
l'edicola

Raggiunge livelli d’allarme, la cassa integrazione e spunta una trattativa riservata con un quarto operatore, un soggetto estero su cui il ministro delle Imprese Adolfo Urso mantiene ancora il segreto. Ha sapore amaro l’incontro di ieri governo-sindacati metalmeccanici sul futuro dell’ex Ilva, durante il quale il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano ha chiesto un rinvio per sentire i commissari del siderurgico. I numeri della cassa sono drammatici: da sabato fino a fine anno si toccherà quota 5.700 lavoratori. E il 2026 si aprirà con un nuovo record: 6mila addetti fermi, a spese dello Stato, su ottomila. L’aumento della cassa, ha spiegato Urso, è legato al fermo delle cokerie per avviare i lavori di decarbonizzazione. Nessuna buona notizia, insomma, per i sindacati, che già contestavano aspramente gli attuali 4450 impiegati con l’ammortizzatore sociale, decisi unilateralmente dal governo senza consultare le sigle. Fiom, Fim e Uilm temono per la sicurezza degli impianti con così pochi operai al lavoro.

La trattativa

A bando chiuso e con le offerte da parte di due fondi (Flacks e Bedrock) Urso ha annunciato a sorpresa l’esistenza di una trattativa segreta con un soggetto estero che si è manifestato solo nei giorni scorsi. Nessun altro dettaglio sulle offerte sarebbe emerso dal faccia a faccia. Urso, tuttavia, avrebbe citato nuovamente gli azeri di Baku Steel, che sembravano invece essersi definitivamente allontanati dalla corsa per gli impianti ex Ilva. All’incontro hanno partecipato anche la ministra del Lavoro Marina Calderone e il consigliere per i rapporti con le parti sociali, Stefano Caldoro. Presenti anche i rappresentanti di Invitalia, i commissari straordinari di Acciaierie d’Italia e i commissari straordinari dell’ex Ilva. Questa mattina Mantovano incontrerà tecnici e commissari per approfondire le questioni emerse al tavolo.

Le reazioni

Per Ferdinando Uliano, segretario generale di Fim Cisl, con quei numeri di cassa integrazione «gli impianti vengono messi in discussione. Noi abbiamo condiviso un piano di ripartenza degli impianti che di fatto non c’è. Pensiamo che il governo non abbia nulla in mano e speriamo ci smentisca. La situazione è drammatica». Il leader di Fiom Cgil Michele De Palma torna a chiedere la partecipazione pubblica nella gestione della fabbrica e parla di «situazione peggiore che possiamo ricordare. C’è un problema di risorse per gestire l’azienda e fare le manutenzioni. Urso dice che la nazionalizzazione non è possibile per Costituzione, ma noi abbiamo sempre detto che va costituita una società a maggioranza pubblica che gestisca la fase di transizione», dice. Tra le voci più critiche, quella di Rocco Palombella, che parla di «situazione al capolinea» e invita il governo «a tirar fuori la verità». «La produzione a Taranto – dice – è bloccata. Non c’è prospettiva», dice il segretario generale della Uilm.

CORRELATI

Italia, Taranto","include_children":"true"}],"signature":"c4abad1ced9830efc16d8fa3827ba39e","user_id":1,"time":1730895210,"useQueryEditor":true,"post_type":"post","post__in":[472416,470250,470219],"paged":1}" data-page="1" data-max-pages="1" data-start="1" data-end="3">

Lascia un commento

Bentornato,
accedi al tuo account

Registrati

Tutte le news di Puglia e Basilicata a portata di click!