Una terza via tra il pessimismo della ragione e l’ottimismo della volontà. È questo il binario sul quale procedono le trattative per salvare l’ex stabilimento della Baritech con i suoi 116 dipendenti. Ieri la seconda manifestazione di interesse di un gruppo interessato a rilevare lo stabilimento ma che non ha ancora fornito certezze sulle assunzioni. Il gruppo, rappresentato dall’avvocato Nicola Roberto Toscano, è disposto a prendere impegni per l’assunzione già a gennaio di trenta operai, mentre gli altri dovrebbero restare in Naspi, con un assegno di disoccupazione per due anni in attesa di essere reintegrati. Un lasso di tempo giudicato troppo lungo dalle sigle sindacali mentre gli operai vedono avvicinarsi la scadenza della cassa integrazione, il 31 dicembre. La data ultima per la fine delle trattative per l’acquisto dell’immobile, invece, è fissata per il 15 dicembre. Dal giorno dopo, Conserva Logistics farebbe valere il preliminare già siglato con Baritech, per un valore di 4,1 milioni di euro, ed entrerebbe in possesso dello stabilimento per farne una piattaforma logistica, senza assumere i dipendenti.
Nell’ambito del tavolo della task force regionale sull’occupazione, guidata da Leo Caroli, dopo quella di venerdì e l’altra di ieri, c’è attesa per la terza manifestazione di interesse, che verrà presentata oggi alle 10, sempre in Regione. Ed è proprio il presidente del comitato sulle crisi occupazionali a chiarire che a un certo punto bisognerà tracciare una linea netta e fare i conti con la proposta migliore: «Dobbiamo lavorare con quello che abbiamo e non con quello che vorremmo avere». Un messaggio chiaro a tutte le parti che compongono questa vicenda. «Non sono né ottimista né pessimista ma decisamente realista – esordisce Caroli – La prima proposta prevede l’assunzione degli operai anche se è legata ancora a troppe incognite e abbiamo chiesto di chiarirle al più presto». Si tratta di un progetto finalizzato a realizzare una piattaforma logistica da utilizzare per deposito di farmaci, nell’ambito di un appalto con la Regione Puglia. «La seconda proposta è, allo stesso tempo, migliorabile nella misura in cui i componenti della cordata, di livello nazionale, accettino di dare garanzie per prendersi in carico i dipendenti. L’obiettivo di questo nostro lavoro, sin dal principio infatti, è stato quello di mettere in sicurezza i lavoratori e restiamo fermi sul punto».
Cercano certezze le sigle sindacali che auspicano «Qualche verbale, con il quale si riesca a mettere nero su bianco le garanzie che chiediamo per i lavoratori». Serve un’offerta che superi i 4,1 milioni di Conserva e assuma gli operai, come ricorda Pino Anaclerio, segretario generale Femca Cisl Bari: «A tutti ripetiamo la stessa cosa, che vogliamo un progetto serio per questi lavoratori che sono competenti, qualificati e che si sono sacrificati nel momento del bisogno nazionale, quando hanno contribuito a realizzare le mascherine durante la pandemia». Obiettivo cassa integrazione per un altro anno, sperando che basti come orizzonte temporale per rivedere lo stabilimento attivo. «Non servono idee e, tanto meno, speculatori in cerca dell’occasione a prezzo stracciato, ma un progetto imprenditoriale che rilanci l’attività. Se questo dovesse avvenire saremmo subito pronti a sottoscrivere un accordo, altrimenti continueremo le forme di protesta» ha concluso Anaclerio.