Le imprese dell’indotto dello stabilimento ex Ilva di Taranto, aderenti ad Aiga – l’associazione nata da una scissione in Confindustria – manifesteranno, domani, nei pressi di Acciaierie d’Italia a seguito delle voci su un possibile ricorso all’amministrazione straordinaria da parte della società e alla conseguente Newco.
«Un secondo bidone di Stato – commenta l’associazione – che replicherebbe quanto già accaduto nel 2015 che è costato all’indotto di Taranto ben 150 milioni di euro. Riproporre lo schema di 8 anni fa decreterebbe la fine dell’intera economia di Taranto perché l’ennesima amministrazione straordinaria non consentirebbe i tempi tecnici per la ripresa e metterebbe in ginocchio tutte le imprese».
L’iniziativa «in programma domani – conclude Aigi – non sarà un blocco dello stabilimento di cui le imprese dell’indotto, alcune già alla terza generazione, sono parte integrante. Al contrario, intende mandare un messaggio chiaro al Governo: la fabbrica che è stata dichiarata di rilevanza strategica nazionale va salvaguardata e rilanciata. Così come va rilanciata la produzione ecocompatibile autorizzata a sei milioni di tonnellate l’anno e vanno garantiti i crediti maturati dalle imprese e dai fornitori».
Il raduno è previsto alle 7 alla portineria C dello stabilimento siderurgico dove è annunciata la presenza di circa 800 tra imprenditori e loro collaboratori. Prevista anche una massiccia presenza di mezzi: 50 tra tir e autogru e 60 camion.
Alle 8:30 dinanzi la portineria C è stata indetta una conferenza stampa. Subito dopo un corteo si muoverà verso la città diretto in Prefettura dove alle 13 è previsto l’incontro con il nuovo prefetto Paola Dessì. I mezzi si fermeranno, invece, al Ponte di Pietra.