Circa 80 tir sono in presidio davanti alla raffineria Eni di Taranto in segno di protesta contro l’assegnazione dell’appalto a una ditta genovese che avrebbe escluso gli autotrasportatori locali.
La mobilitazione è stata organizzata dall’Usb. «Dopo anni in cui l’appalto rete ed extra-rete è stato affidato direttamente, da parte di Eni – sottolinea il coordinatore provinciale del sindacato Francesco Rizzo – sempre alla stessa ditta genovese, la G&A, si è proceduto ad una gara quantomeno strana, in cui a vincere è stata nuovamente la stessa società che ha deciso di utilizzare autotrasportatori che provengono da fuori Taranto e di lasciare a casa quelli del territorio che da tanti anni si occupano del servizio».
«Cosa significa questo? Che – attacca Rizzo – a Taranto vengono lasciati i veleni, mentre il lavoro ed il profitto vengono portati via, mandando sul lastrico gli autotrasportatori locali, necessariamente tagliati fuori». Secondo il sindacalista, «Eni non procede così in altre regioni italiane, invece fa questo a Taranto, che si conferma terra franca. In discussione ci sono decine di posti di lavoro di piccoli autotrasportatori che lavorano da anni all’interno dell’appalto della raffineria».
Rizzo riferisce che «i tentativi di mediazione posti in essere da parte di Usb, sono andati avanti fino alle prime luci dell’alba con la ditta G&A, che ha assunto un atteggiamento arrogante, incurante anche della decisione del sindacato di procedere con lo sciopero e con il blocco dei mezzi. Usb infatti aveva chiesto, senza successo purtroppo, sette giorni di proroga dei contratti degli storici autotrasportatori, in attesa dell’incontro in Prefettura. Alla luce dei mancati sviluppi notturni della vicenda, per l’Usb è stato necessario mettere in piedi un’iniziativa energica».