Stabilimento Stellantis di Melfi, i sindacati: «Ok al modello Opel, ma la Renegade non si tocca»

Il cronoprogramma della produzione c’è ma non basta a tenere a bada le ansie sul domani lavorativo degli operai della Stellantis di Melfi. Il segretario generale della Fim Cisl Basilicata Gerardo Evangelista ribadisce «l’importanza di agire prontamente sul futuro del polo automotive lucano poiché molte aziende dell’indotto stanno operando in un clima di incertezza riguardo alle future commesse e alla continuità delle forniture e della collaborazione con la casa madre. La produzione dei cinque nuovi modelli di auto a Melfi è cruciale per il sito automobilistico lucano, ma ribadiamo che, se il congelamento del modello marchiato Opel venisse confermato, per quanto ci riguarda la Jeep Renegade deve rimanere a Melfi per garantire un contributo in termini di volumi produttivi e di occupazione».

Intanto le prospettive dello stabilimento Stellantis di Melfi in Basilicata restano difficili soprattutto per quanto riguarda la transizione produttiva verso la costruzione di nuovi modelli, essenziali per il futuro dello stabilimento. Per questa ragione nell’ultimo anno c’è stata una intensa attività di negoziazione con i sindacati Fim, Fiom, Uilm e Fismic che hanno potuto visionare i nuovi modelli elettrici da costruire sulla piattaforma Bev Stla Medium, al Centro Stile di Torino. è stato inoltre stipulato un nuovo contratto di solidarietà, con scadenza 4 agosto 2024. Negli ultimi 4 mesi di quest’anno partirà la costruzione della prima vettura full electric con il marchio Ds, dopo la quale seguiranno altri due modelli (Jeep e Ds) nel 2025, due nel 2026 (Opel e Lancia Gamma). Verranno inoltre create una nuova linea di assemblaggio delle batterie e una verione ibrida della Jeep Renegade.

Tutto sembra volgere verso una produzione no stop ma il sindacato vuole vederci chiaro. L’obiettivo è la convocazione di un tavolo specifico per il sito automotive lucano, essenziale per comprendere chiaramente il posizionamento e l’organizzazione dello stabilimento Stellantis di Melfi nella produzione dei cinque nuovi modelli. Questo tavolo permetterebbe anche di valutare il futuro delle vetture attualmente in produzione, l’occupazione, le commesse destinate alle aziende dell’indotto più vulnerabili in questa rivoluzione industriale e molti altri aspetti. «Solo con questo approccio si può realizzare un progetto credibile. Tuttavia, il ritardo accumulato è preoccupante, poiché la transizione verso il veicolo elettrico e la riorganizzazione di Stellantis sono inevitabili e in corso. È fondamentale accompagnare tali processi con progetti volti a sostenere la trasformazione del lavoro, assistere le aziende e preservare l’occupazione, altrimenti, molte aziende rischiano la chiusura e la perdita di posti di lavoro».

Per il segretario generale della Fim Cisl lucana «C’è, quindi, l’urgenza di recuperare il ritardo accumulato e dare una risposta alla situazione che si sta delineando nel territorio di Melfi, coinvolgendo le imprese della componentistica che ruotano intorno a Stellantis. Per questo, come Fim Cisl chiediamo, attraverso un tavolo nazionale, la piena attuazione del progetto Melfi con il sigillo di un patto tra istituzioni nazionali e regionali, Confindustria, aziende e sindacati».

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