Soa sotto accusa, commesse a rischio. In pericolo circa 2mila posti di lavoro

Il loro destino, molto probabilmente, sarà deciso a fine mese, prima dell’inizio del nuovo anno. Nel frattempo, però, i duemila lavoratori del consorzio Soa dovranno ancora attendere e sperare che il loro futuro sia meno cupo di quanto appaia ora. È stato infatti fissato per il prossimo 29 dicembre l’incontro tra i sindacati, la Regione Puglia e il colosso della grande distribuzione che, stando a quanto si apprende, sarebbe a rischio fallimento.

Qualche giorno fa la Procura della Repubblica di Bari ha infatti chiesto la liquidazione giudiziale del consorzio (e delle cooperative Lexlab e Mida) a seguito della vicenda giudiziaria che ha coinvolto il gigante pugliese che si occupa delle consegne ai supermercati, accusato di frode fiscale attraverso l’utilizzo di presunte fatture per operazioni inesistenti e il mancato versamento dell’Iva, l’imposta sul valore aggiunto. Dall’inchiesta sono poi scaturiti diversi sequestri chiesti dai pubblici ministeri Desiré Digeronimo e Lanfranco Marazia, poi venuti meno a causa di un parziale dissequestro che ha permesso a Soa di riprendere la maggior parte delle proprie attività.

Il caso, però, non sembrerebbe risolversi in tempi brevi e a farne le spese sarebbero proprio i circa duemila dipendenti che, dal 28 dicembre, potrebbero iniziare a ricevere le prime lettere di licenziamento. Il giorno dopo, però, dovrebbe tenersi un incontro in task-force regionale per tentare il tutto per tutto, cioè garantire continuità all’azienda e salvaguardare anche i livelli occupazionali. Il rischio – anche se per le sigle questo sarebbe quasi scongiurato – è che a seguito di questi provvedimenti giudiziari la Soa possa perdere la gran parte delle commesse, portando i committenti a scegliere un altro fornitore.

Questo comporterebbe una riduzione di tutto il personale che lavora in o per conto di Soa, che non verrebbe più tutelato come dovrebbe essere. Al momento la situazione è ancora complicata, ma i sindacati sono fiduciosi perché «sembra che ci potrebbero essere le condizioni per venirne fuori, e per questo aspettiamo l’incontro nel quale avremo chiarezza di quanto sta succedendo e capire se l’azienda è fuori da questa faccenda. Il rischio di perdere le commesse c’è, ma speriamo non si arrivi a tanto» sostengono le organizzazioni di categoria.

Se invece si dovesse arrivare ai licenziamenti, sarebbe un bel guaio per oltre 2mila lavoratori pugliesi. Al momento una possibile soluzione sarebbe la creazione di una newco (quindi una nuova azienda, una sorta di spin-off di Soa) che vada ad assorbire commesse e lavoratori da parte delle varie cooperative che oggi sono consorziate nel colosso della grande distribuzione. Una sorta di Soa 2.0 che porterebbe alla salvaguardia dei livelli occupazionali e alla continuità delle attività. E questa sarebbe l’unica possibilità di salvare capre e cavoli se si dovesse arrivare al fallimento di Soa. Da questo punto di vista l’incontro del prossimo 29 dicembre diventa ancora più dirimente per capire, effettivamente, il destino di questi duemila lavoratori.

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