Assunti a dicembre 2022 senza scatti di anzianità, clausola sociale e, nel 90 per cento dei casi, con un part-time da 750 euro al mese. Da qualche giorno pure costretti a uno stress lavorativo altissimo, che ne mette a rischio la condizione psico-fisica e persino l’udito. È la triste condizione lavorativa degli operatori telefonici pugliesi (le due sedi sono Casamassima e Lecce, circa 900 maestranze) e nazionali (3mila in totale) di Inps servizi spa, l’azienda al 100 per cento sotto il controllo di Inps e che si occupa del servizio di Contact Center dell’Istituto.
Da una settimana, infatti, la reintroduzione della vecchia barra telefonica (quella usata fino a novembre nelle aziende private che gestivano il servizio, ndr) ha evidenziato limiti del sistema di natura infrastrutturali con la conseguenza che, in particolar modo nella fascia mattutina, si registrano gravissimi problemi bidirezionali di audio, violente scariche in cuffia per l’operatore, oltre che difficoltà nel connettersi e nel rimanere connessi.
Tutte difficoltà che si riverberano negativamente sulla qualità del servizio, sulla condizione psicofisica dei lavoratori, generando, in alcuni casi, una condizione di impossibilità a proseguire l’attività lavorativa a causa di forti dolori all’apparato uditivo o per l’impossibilità a tenere in vita la comunicazione con gli utenti che richiedono assistenza. Una situazione paradossale se si considera che si tratta di un servizio pubblico gestito peggio, soprattutto nell’idea stessa dell’operatore telefonico, rispetto alle aziende private.
E servizio dove Inps servizi continua a non dare risposta sull’aumento dei profili orari (pare non ci siano soldi per farlo, addirittura, ndr), sulla formazione del personale stesso e a non avere rapporti con le organizzazioni sindacali, ai minimi termini da mesi. Secondo i sindacati, rispetto all’ultima problematica, l’azienda non può permettersi di maltrattare i propri dipendenti, che da lunedì scorso sono esasperati e fanno fatica a fare il proprio lavoro. Dai vertici aziendali, con una lettera fatta recapitare giovedì al segretario regionale Fistel Cisl, Oronzo Moraglia, chiariscono che hanno a cuore la salute degli operatori telefonici e che i disservizi sarebbero addirittura stati risolti. Purtroppo non è così, perché la disperazione dei consulenti (e degli utenti) è andata avanti anche ieri e venerdì, con l’udito messo a dura prova. La Uilcom Puglia, frattanto, sta seriamente meditando di aprire un contenzioso importante e diffuso per consentire ai lavoratori di vedere rispettati i propri diritti e la propria incolumità fisica.