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Pmi Confidustria, da Bari la proposta di un’agenda per la politica: «Grazie a imprese si genera crescita»

Parla di «solitudine e distanza», rispetto alla politica ed ai dibattiti mediatici, il leader della Piccola Industria di Confindustria, Giovanni Baroni, aprendo la Assise della Piccola Industria a Bari dove presenta le proposte alla politica, un’agenda per le pmi, delineate con un «percorso di ascolto» negli ultimi mesi con nove tappe sul territorio. Un percorso…

Parla di «solitudine e distanza», rispetto alla politica ed ai dibattiti mediatici, il leader della Piccola Industria di Confindustria, Giovanni Baroni, aprendo la Assise della Piccola Industria a Bari dove presenta le proposte alla politica, un’agenda per le pmi, delineate con un «percorso di ascolto» negli ultimi mesi con nove tappe sul territorio.

Un percorso guidato dal presidente della Piccola Industria di Confindustria (che in via dell’Astronomia rappresenta oltre il 90% delle imprese associate), Baroni, che oggi ha fatto la sintesi di quanto emerso incontrando oltre mille imprenditori in diverse città.

«Nel corso degli ultimi decenni – sottolinea la Piccola Industria – le Pmi italiane hanno dato ripetutamente prova della loro straordinaria capacità di affrontare il cambiamento. L’impresa e l’industria sono oggi più che mai un fattore di sicurezza nazionale e non solo un mero operatore economico. Occorre porle con decisione al centro del dibattito. È proprio grazie alle imprese che si genera crescita, benessere e futuro».

Da Bari «viene presentato un documento di proposte per il rafforzamento delle piccole e medie imprese con l’auspicio che diventi uno degli assi portanti dell’agenda di politica economica del Paese». Il testo è ampio e articolato, con approfondimenti su quattro macro-temi: da un focus su “competenze e capitale umano”, a “finanza e crescita”, “nuova impresa tra digitale e fisico”, “sostenibilità e transizione green”. Si traducono in proposte su «oltre 40 punti», sottolinea Baroni, evidenziando quanto sia centrale il tema della crescita a che deve fare i conti con una “coperta” di risorse da investire «sempre più corta, logora, bucata». E, oggi, anche con la «minaccia dei costi energetici», il rischio «di uno spiazzamento competitivo per bollette che per le imprese italiane saranno più alte di quelle in altri Paesi europei».

«Fin dalla legge di bilancio dell’anno scorso abbiamo chiesto degli interventi che avessero come stella polare la crescita, e purtroppo non li stiamo vedendo. Stiamo continuamente ricordando al Paese che dobbiamo avere l’ossessione alla crescita», torna ad avvertire il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, intervenuto alle Assise della Piccola Industria. «Se non abbiamo capacità di crescita non avremo la possibilità di restituire il debito. Con i tassi che stanno aumentando sui mercati finanziari qualche problema potremmo averlo», dice.

I rischi per il gas? «Un eventuale interruzione del gas sarebbe un ulteriore colpo all’industria manifatturiera che sostanzialmente ha tenuto in piedi il Paese dalla crisi pandemica. Noi auspichiamo che non avvenga.Stiamo registrando che le riserve e del gas ogni giorno aumentano, quindi ci prepariamo ad essere pronti al periodo invernale», risponde il leader degli industriali. E sul tessuto delle pmi, protagonista dell’appuntamento di Bari, Bonomi dice: «La piccola impresa sta bene, è combattiva. Ma ci sono tante difficoltà: il costo delle materie prime, il costo dell’energia, una situazione geopolitica internazionale molto complessa. Ma non molliamo».

«Dobbiamo aumentare di più la capacità di formare persone per le imprese», dice il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, parlando alla platea di imprenditori delle Assise della Piccola Industria Confindustria.

Tocca un tema molto sentito dagli industriali, quello del gap tra formazione del sistema scolastico e competenze che servono alle aziende, come ribadito dal vicepresidente per il capitale umano di Confindustria, Giovanni Brugnoli: «Non possiamo avere un tasso di disoccupazione giovanile drammatico ed avere tutte le categorie produttive che non trovano le competenze da assumere. I nostri due mondi devono camminare parallelamente per benessere del Paese», dice Brugnoli al Ministro. «Dobbiamo poi mettere mano sulle scuole tecnico professionale, mai considerarle di serie B», ha proseguito il ministro Bianchi. E «gli Its – dice – non sono solo una ipotesi, sono un lavoro che esiste».

«Dobbiamo riprendere tutti insieme l’idea di un Paese che cresce, che ha una prospettiva, che ha una ambizione», dice più in generale il ministro agli imprenditori.

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