Ore decisive per la vertenza Baritech: sempre più a rischio il futuro degli operai

Si prospettano ore decisive per i lavoratori della Baritech che oggi attendono di sapere cosa emergerà dall’incontro con la task force regionale per l’occupazione e se ci sarà una risoluzione definitiva alla vertenza che va avanti ormai da mesi.

Sul tavolo delle trattative c’è dunque soprattutto il destino dei 115 dipendenti dell’azienda per i quali il 31 gennaio (poco meno di una settimana) terminerà ufficialmente la cassa integrazione, che era già stata precedentemente prorogata. Strumento, quello della Cig, che la Baritech ha già fatto sapere di non essere disposta a estendere oltre per mancanza di provviste e fondi. Arborio, società bresciana capofila della cordata di imprenditori del Nord che aveva messo sul piatto un’offerta vincolante di 4 milioni e 100mila euro per l’acquisizione del ramo d’azienda, alla fine non ha versato la caparra prevista e non si era nemmeno presentata all’incontro con la task force dello scorso 18 gennaio. Un comportamento che i sindacati avevano definito una “presa in giro” inaccettabile. All’origine della proposta era previsto che il nuovo acquirente avrebbe pagato la somma proposta alla Baritech in modo diverso rispetto a Conserva (portatrice dell’offerta precedente, che si era impegnata a garantire la stessa somma ma in un’unica soluzione e senza assorbire i lavoratori). La cordata del Nord, invece, non si sarebbe accollata il costo per l’accantonamento della liquidazione dei lavoratori, pari a circa 2 milioni e mezzo, perché questi sarebbero diventati dipendenti diretti di Arborio & Co che, a sua volta, avrebbe risparmiato tale somma, dovendo pagare solo i restanti 1,6 milioni. Inoltre, se i macchinari fossero stati funzionanti e produttivi, avrebbero portato al compratore, grazie alla misura governativa Industria 4.0, una “dote” di credito di imposta pari a 1,5 milioni, somma che sarebbe stata poi sottratta al milione e 600mila euro che rimaneva da versare a Baritech. In questo modo l’azienda barese sarebbe costata alla cordata bresciana solo 100mila euro. Durante il sopralluogo effettuato dalle parti in causa il 9 dicembre scorso si era verificato che i macchinari erano funzionanti e normalmente connessi e i computer di controllo collegati.

In attesa si capire cosa emergerà dalla riunione di oggi ci sono però dei punti fermi: se la trattativa alla fine dovesse saltare, essendo stata presentata un’offerta vincolante, la cordata guidata dalla Arborio dovrà pagare una penale di 500mila euro. I tempi restano molto stretti soprattutto in merito alla situazione dei lavoratori che hanno espresso più volte la loro preoccupazione data la mancanza di risposte certe e di prospettive serie.

«Aspettiamo di capire cosa avrà deliberato Arborio – spiega Leo Caroli, presidente della task force regionale – ma soprattutto ci aspettiamo che Baritech voglia entrare nel merito della discussione così come si era impegnata a fare all’inizio. Anche se le dichiarazioni dell’azienda sulla volontà di non prorogare la cassa integrazione sono assolutamente inaccettabili. Speriamo che in ogni caso questa vicenda possa giungere a conclusione».

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