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Occupazione in picchiata nel Barese: tra agosto e ottobre solo l’8% delle aziende assumerà personale

Per questo mese di agosto le imprese di Bari e provincia prevedono di attivare 6.100 contratti di lavoro (nel 19% dei casi le entrate previste saranno stabili, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nell’81% saranno a termine o con durata predefinita). Un leggero calo sia rispetto al mese di agosto…

Per questo mese di agosto le imprese di Bari e provincia prevedono di attivare 6.100 contratti di lavoro (nel 19% dei casi le entrate previste saranno stabili, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nell’81% saranno a termine o con durata predefinita). Un leggero calo sia rispetto al mese di agosto 2022 con 170 unità in meno, che alle previsioni del mese precedente, quando le imprese avevano programmato di assumere 11.920 lavoratori. Ma il dato più rilevante è quello dell’intero trimestre agosto-ottobre. In questo caso, infatti, le entrate complessive previste sono 27.930, inferiori di 2.340 unità rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente e di 2.810 unità rispetto al periodo luglio-settembre 2023. A delineare questo scenario è il Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal, che elabora le previsioni occupazionali mensili intervistando aziende e datori di lavoro. In ogni caso solo l’8% delle imprese consultate dagli esperti prevede di effettuare delle assunzioni.

Scendendo più nel dettaglio, le figure professionali maggiormente ricercate sono gli impiegati e le professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi (2.610 addetti che coprono il 42,8% del totale). Seguono gli operi specializzati e i conduttori di impianti e macchine (28,1%) e solo per il 12,2% dirigenti e professioni con elevata specializzazione e tecnici. Le professioni non qualificate invece assorbiranno il restante 16,9%. Più in generale, dunque, le entrate previste si concentreranno per il 77% nel settore dei servizi e per il 68% nelle imprese con meno di 50 dipendenti. Se confrontato con le previsioni per lo stesso trimestre dell’anno precedente (2022), emerge come le entrate nel settore dei servizi siano diminuite di ben 2.310 unità.

Persistono le difficoltà per le aziende nel trovare i profili professionali desiderati: secondo l’indagine effettuata da Unioncamere e Anpal questa eventualità si potrebbe presentare in ben 41 casi su 100. In particolare mancano, secondo le imprese, operai e conduttori di impianti e macchinari di difficile reperibilità nel 50,2% dei casi (soprattutto metalmeccanici e meccanici). Nel settore dei servizi, invece, le figure di più difficile reperimento sono gli operatori della cura estetica (79,1%) e gli addetti della ristorazione (in questo caso a dichiarare la difficoltà nel coprire la posizione è la metà delle aziende interpellate dal bollettino). Una tendenza in linea con l’allarme più volta lanciato dagli addetti del settore.

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