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Networks Contacts: in centinaia protestano in piazza Prefettura a Bari. L’azienda incontra i sindacati – FOTO e VIDEO

Diverse centinaia di lavoratori della Network Contacts stanno protestando, questa mattina, in piazza Prefettura a Bari.

L’azienda ha deciso di “delocalizzare” oltre 150 lavoratori, molti dei quali giovani e part time o con famiglie a carico, dalla sede di Molfetta a quella di Palermo. Una decisione che, per i sindacati, «vuol dire indurre i lavoratori a dimissioni di massa».

Tante e diverse le storie dei lavoratori scesi in piazza.

Networks Contacts: in centinaia protestano in piazza Prefettura a Bari
Video e interviste di Roberta Marinelli

Le delegazioni sindacali di Cgil, Cisl e Uil sono in Prefettura dove è in corso un incontro con l’azienda. «La presenza dell’impresa a questo tavolo è una presenza importante nonostante la rottura delle relazioni sindacali. Il settore delle telecomunicazioni rappresenta una spinta avanzata rispetto all’esposizione al dumping», spiega la segretaria della Cgil di Bari, Gigia Bucci. «Nonostante le rivendicazioni messe in campo pochissimo abbiamo ottenuto in termini di intervento legislativo anzi si è allargato ulteriormente il divario tra outsourcing e committenti. Stiamo parlando di un’azienda che ha un bacino occupazionale di oltre 4000 dipendenti, fiore all’occhiello nel settore delle telecomunicazioni», aggiunge. «Nel 2019 ci siamo trovati a sottoscrivere un accordo che ha richiesto sacrifico al limite del possibile già allora. Nonostante noi responsabilmente abbiamo siglato questo accordo di tre anni, insieme alla volontà delle lavoratrici e dei lavoratori, ora ci ritroviamo a questo punto. Nel corso di questi tre anni sono accadute tante cose fra cui la pandemia che non è di poco conto».

I sindacati sottolineano che «vanno messi in sicurezza lavoratrici e lavoratori che in questi anni hanno dimostrato un forte senso di appartenenza. Abbiamo costruito tanto e possiamo affrontare insieme questo momento garantendo prospettiva ai lavoratori. Chiediamo di ritirare i trasferimenti e di ragionare su tutti quegli strumenti che la transizione digitale ci mette a disposizione e tutelando lavoratori e impresa. Quindi la transizione digitale può rappresentare la via d’uscita da questa situazione».

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