Network Contacts, l’azienda vuole licenziare 225 dipendenti a Molfetta ma scoppia guerra tra i sindacati

«Siamo ancora in tempo per cambiare il corso della storia». Inizia così una delle ultime note della Uilcom regionale in merito alla difficile vertenza Network, che sta per entrare nella fase caldissima e non solo perché siamo in pienissimo agosto.

Da venerdì, infatti, l’azienda e le sigle sindacali torneranno a sedersi su un tavolo per scongiurare i 225 licenziamenti sul sito di Molfetta le cui procedure sono state avviate nei giorni scorsi. Certo, c’è ancora modo – 75 giorni – per evitare che 225 famiglie perdano il lavoro, ma quale sindacato si presenterà al tavolo? A oggi, seppur tutti a parole sono compatti nel voler salvare la sorte dei dipendenti, nella realtà dei fatti è da settimane in corso una guerra, a suon di comunicati e contro comunicati, tra le organizzazioni confederali.

Il nodo del contendere è la deroga, ancora una volta, al Contratto collettivo nazionale delle telecomunicazioni (già scaduto, ndr), già calpestato con accordo difensivo 2019 e perciò tabù per alcune sigle, soprattutto perché vorrebbe dire peggiorare condizioni di lavoro già di per sé difficili e a basso stipendio.

C’è chi, avendo comunque fatto proposte alternative per uscire dallo stallo, si è mostrato meno rigido ed è stato tacciato di essere «collaborazionista, mentre la nostra unica colpa era quella di aver fiutato il pericolo e di volerlo prevenire attraverso un’azione di rilancio che portasse i lavoratori a trarne vantaggi, anche oltre i limiti contrattuali», fa sapere sempre la Uilcom di Vito Gemmati. E accuse e controaccuse si sono verificate nelle ultime ore. «Noi non accetteremo – ribadisce la Slc Cgil – deroghe al contratto nazionale del lavoro non per pregiudizi ideologici ma per la concreta urgenza di difendere i diritti ed il salario dei lavoratori di Network Contacts e il Ccnl che per noi rimane autorità normo-salariale tra le parti. Il salario non si tocca né si baratta».

«Di certo – fa notare la Uilcom – c’è che i tempi della procedura scorrono inesorabilmente e il tempo non è alleato dei lavoratori e dei sindacati e in difetto di accordo prevede che si faccia quello che l’azienda ha scritto nell’avvio della procedura». Tutte le posizioni in campo sono legittime e comprensibili, ma mai come ora è necessario ritrovare una nuova sintonia sindacale necessaria per pervenire a una soluzione che scongiuri i licenziamenti.

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