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Manduria, nessuno vuole le ventidue pale eoliche. Esplode la polemica

Infuriano le polemiche sul progetto di un parco eolico nelle terre del Primitivo anche quando tutti dicono di essere d’accordo nel non volerlo. Accade nelle commissioni consiliari “Assetto del territorio” e “Attività produttive” del Comune di Manduria, chiamate a esprimersi sulla richiesta della società Red Energy di San Marzano di San Giuseppe relativa alla costruzione…

Infuriano le polemiche sul progetto di un parco eolico nelle terre del Primitivo anche quando tutti dicono di essere d’accordo nel non volerlo. Accade nelle commissioni consiliari “Assetto del territorio” e “Attività produttive” del Comune di Manduria, chiamate a esprimersi sulla richiesta della società Red Energy di San Marzano di San Giuseppe relativa alla costruzione di un impianto di ventidue aerogeneratori, da installare negli agri di Manduria, Sava, Maruggio, Torricella ed Erchie.

Le critiche, disseminate nel web e sui social, nascono dal fatto che la commissione “Assetto del territorio” nella seduta di giovedì scorso ha rigettato a colpi di maggioranza la richiesta di convocazione di un Consiglio comunale sul tema avanzata dall’opposizione, aprendo con ciò le porte al retropensiero che l’amministrazione Pecoraro e chi la sostiene siano possibilisti sulla realizzazione del parco. Ma Giovanni De Pasquale, Luigia e Pierpaolo Lamusta, Filippo Scialpi, Sebastiano Polimeno e Serena Sammarco, componenti di maggioranza della commissione, raccontano una differente versione dei fatti, nella quale ribadiscono la loro contrarietà al progetto, così come già fatto dall’ingegnere comunale nel parere richiesto dal ministero dell’Ambiente. «Il nostro voto negativo – sostengono – era sulla convocazione del Consiglio non sull’invio del parere. Il 4 marzo venivano convocate le commissioni riunite per prendere atto del parere tecnico negativo reso dall’ingegner Pastore». I sei sottolineano che in quella stessa riunione congiunta, «fermo restando che tutti unitamente, maggioranza e minoranza, erano e sono sostenitori di un parere politico contrario», lo stesso presidente della commissione ”Attività produttive” Agostino Capogrosso, consigliere di opposizione, dichiarava che «non vi è il tempo per convocare un Consiglio monotematico per parlare dell’argomento». Tant’è che veniva deciso di predisporre solo «un documento “espressione della commissione consiliare” da allegare al parere tecnico». Poi, su proposta dell’altro consigliere di opposizione Domenico Sammarco, la commissione deliberava che «il documento venisse ratificato in Giunta comunale quale presa d’atto e nel frattempo si potesse convocare il Consiglio comunale per ratificare all’unanimità il parere politico negativo».
Secondo i consiglieri di maggioranza, quello che è successo dopo è solo «molto rumore per nulla», perché il parere negativo è stato inviato al ministero già l’otto marzo, con unanime consenso. Così come inutile secondo i sei è stata la convocazione della commissione di giovedì, in cui si chiedeva un Consiglio comunale monotematico di urgenza «oramai impossibile nei tempi». Per De Pasquale e compagni la ragione della richiesta era solo politica. «Forse i consiglieri di minoranza – sostengono – sono troppo avvezzi a usare il Consiglio come riflettore di uno show personale e ne dimenticano la vera consistenza. Forse sono allergici all’unanimità anche quando nei fatti sussiste e creano presupposti per conflitti inesistenti o peggio ancora mediatici».

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