I bollini rossi per tutelare la salute dei lavoratori. È l’idea proposta da Inail e Cnr per cercare una soluzione che garantisca la produttività delle aziende senza mettere a rischio l’incolumità dei dipendenti. I cambiamenti climatici stanno modificando tanti aspetti della vita e, tra questi, anche il mondo del lavoro. Quello proposto dai ricercatori è un sistema di previsione dello stress, così come introdotto negli scorsi giorni dal Ministero della Salute in campo sanitario. Questa volta, però, non è rivolto agli utenti ma ai lavoratori. Un sistema sviluppato in particolare per il mondo dell’edilizia nell’ambito del progetto di ricerca Worklimate promosso e coordinato dall’Inail e dal Consiglio nazionale delle ricerche – Istituto per la bioeconomia (Ibe). Il pericolo per il lavoratore viene indicato su una scala cromatica che va dal verde al rosso. Permetterebbe di conoscere in anticipo le ore da evitare in base anche alle diverse tipologie di lavoro. Il sistema è in grado, infatti, di distinguere un impiego che viene svolto all’ombra o al coperto rispetto a uno sotto il sole. Le aree del Paese su cui il sistema pone l’attenzione sono quelle in cui viene superata la soglia di 35 gradi centigradi, la stessa che, per alcune professioni, apre le porte anche alla cassa integrazione in deroga dopo una recente decisione del Governo.
I sindacati al Governo: «Stop quando fa troppo caldo»
È proprio all’Esecutivo guidato da Giorgia Meloni che molti stanno guardando in attesa di provvedimenti che regolino l’emergenza caldo di queste settimane. Dai sindacati c’è chi preme per un ritorno allo smart working per quelle professioni in cui è possibile attuarlo. «Stiamo chiedendo al Governo di fare un decreto immediato – ha affermato, ieri a Bari per l’elezione a segretaria regionale di Gigia Bucci, Maurizio Landini -. Sento che c’è chi parla di fare protocolli, ora non c’è tempo. Bisogna agire subito, non si può accettare che la gente muoia sul lavoro per il caldo». Sulla stessa lunghezza d’onda anche il segretario della Uil Pierpaolo Bombardieri. «Il Governo si assuma la responsabilità di dire: oltre quella temperatura si rischia la vita, allora fermiamoci», afferma. Il presidente di Confindustria Carlo Bonomi, invece, propone la realizzazione di un protocollo d’intesa, così come durante la crisi pandemica.