La vertenza Baritech prosegue nelle aule di tribunale. Meno di un anno fa 50 operai hanno presentato un ricorso dopo i licenziamenti partiti a febbraio del 2023. Oggi è arrivato l’esito positivo: il giudice del Lavoro Vincenzo Maria Tedesco, dopo una approfondita istruttoria testimoniale, ha accolto la domanda risarcitoria avanzata dai dipendenti, liquidando in favore degli stessi un importo pari a 10 mensilità di stipendio, a titolo di danno non patrimoniale da perdita di chance.
La sentenza
Gli ex dipendenti si sono rivolti al Tribunale del lavoro denunciando la nullità del licenziamento e chiedendo il ristoro dei danni subiti. Pur ritenendo valido e legittimo il licenziamento legato alla cessazione dell’attività, il Giudice ha in ogni caso accolto le tesi difensive, ravvisando la violazione da parte della società del precetto civilistico di correttezza e buona fede. Da qui l’obbligo per l’azienda di versare ai 50 dipendenti che hanno presentato ricorso la somma equivalente a dieci mensilità.
Le reazioni
Soddisfazione è espressa dal segretario generale della Camera del Lavoro di Bari, Domenico Ficco, e dal segretario generale della Filctem Cgil metropolitana, Saverio Fraccalvieri. «In sostanza la Baritech, ha affermato la sentenza, ha ingiustamente ingenerato nei lavoratori l’aspettativa di una continuità occupazionale nel sito produttivo, sistematicamente frustrata in quanto è stato acclarato che la società, nonostante le continue interlocuzione, aveva già deciso di procedere alla sola vendita del capannone, senza dipendenti», spiegano i rappresentanti sindacali. «Una condotta che è stata testualmente qualificata come un comportamento pluri-offensivo. Di contro le legittime aspirazioni dei lavoratori sono state ritenute meritevoli di tutela sotto forma di risarcimento danni per perdita di chances lavorative».
L’esito della vertenza
I capannoni e i terreni della Baritech sono stati venduti, dopo una lunga trattativa, alla Conserva Spa, lasciando però fuori dall’accordo i lavoratori. Nonostante in Regione sia stata depositata anche una proposta per realizzare un impianto di logistica e sterilizzazione centralizzata che avrebbe permesso di salvare e stabilizzare ben 300 unità. «La sentenza – concludono Ficco e Fraccalvieri – è innovativa sul piano giurisprudenziale, e rappresenta la condanna di un comportamento aziendale scorretto e illecito e il giusto riconoscimento delle ragioni dei lavoratori. Alcune imprese hanno smarrito il valore sociale del loro agire e giocano con la vita delle persone. Ci auguriamo che questa sentenza sia da monito. La dignità sarà definitivamente restituita ai lavoratori solo quando riusciremo a dar loro una seria prospettiva occupazionale».