Lecce, protestano i vincitori del concorso in Sanitaservice: «Ora basta, dovete assumerci»

Tornano a protestare i legittimi vincitori del concorso per 159 pulitori in Sanitaservice. Ieri mattina hanno dato vita all’ennesimo sit-in di protesta nei pressi della direzione generale dell’Asl di Lecce. Questa volta non hanno chiesto nemmeno di incontrare il direttore generale Stefano Rossi «perché è ormai consapevole della situazione e delle nostre richieste», hanno affermato provati ma non demoralizzati e pronti a continuare a combattere per quello che ritengono un loro sacrosanto diritto.

«Ribadiamo ancora una volta che le assunzioni dei pulitori devono avvenire esclusivamente dalla graduatoria del concorso in Sanitaservice. Solo così si rispetta e si attua l’articolo 97 della Costituzione che prevede il superamento di un concorso pubblico per poter lavorare in una pubblica amministrazione», ha spiegato Giuseppe Pietro Mancarella, segretario provinciale dei Cobas che hanno organizzato la manifestazione e che sono dalla prima ora al fianco dei vincitori del concorso.

Nei giorni scorsi, il direttore generale Stefano Rossi aveva comunicato a questi lavoratori che solo 40 degli 81 in graduatoria sarebbero stati assunti dalla graduatoria. Per loro, una vera e propria doccia fredda. Gli altri 41 verrebbero scelti tra gli ex Oss reclutati con avviso pubblico durante il periodo dell’emergenza pandemica. Questi ultimi sono sostenuti da cinque sigle sindacali: Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Fsi Usae e Usb. Anche questi sindacati sono stati ricevuti da Stefano Rossi che ha comunicato loro l’intenzione della Regione di chiedere un parere all’avvocatura regionale. Nel frattempo tutto è bloccato e sulla vicenda regna l’incertezza. Nessuna incertezza, invece, sulle posizioni assunte da Giuseppe Mancarella che cita anche la giurisprudenza: «C’è una sentenza del Tribunale di Reggio Calabria che prevede che nelle società in house come Sanitaservice il cosiddetto diritto di interpello rivendicato dagli ex Oss non si può assolutamente applicare. Secondo la Corte di Appello di Reggio Calabria, infatti, c’è una sorta di equiparazione delle società a partecipazione pubblica agli enti pubblici veri e propri e, quanto alle procedure di reclutamento del personale, introduce una vera e propria incompatibilità tra questo tipo di società e forme di assunzione che eludano l’obbligo della selezione con criterio di trasparenza e imparzialità. I giudici hanno così esteso alle società partecipate i vincoli procedurali imposti alle amministrazioni pubbliche nella fase di reclutamento del personale, con il rispetto della regola della concorsualità».

Lo scorso luglio, una determina di Sanitaservice prevedeva l’assunzione di 60 unità tra i vincitori del concorso. Determina che adesso dovrebbe essere sopravanzata da un’altra riguardante le nuove decisioni. Ma il condizionale è d’obbligo finché non verrà messo tutto nero su bianco. Così i lavoratori sperano, fino all’ultimo, in un ripensamento dei vertici dell’azienda.

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