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Il mercato del lavoro accelera: a gennaio 3mila nuovi ingressi nel Barese

Il nuovo anno appena cominciato porta con sé dei segnali positivi per il mondo del lavoro e per le aziende dell’area di Bari e provincia. Secondo l’ultimo bollettino per il trimestre gennaio-marzo 2023 redatto da Anpal-Unioncamere e diffusi tramite il sistema informativo Excelsior, a gennaio sono previsti 10730 nuovi ingressi totali sul mercato del lavoro.…

Il nuovo anno appena cominciato porta con sé dei segnali positivi per il mondo del lavoro e per le aziende dell’area di Bari e provincia.

Secondo l’ultimo bollettino per il trimestre gennaio-marzo 2023 redatto da Anpal-Unioncamere e diffusi tramite il sistema informativo Excelsior, a gennaio sono previsti 10730 nuovi ingressi totali sul mercato del lavoro. All’incirca 3mila posizioni occupate in più rispetto a dicembre 2022 che si era chiuso in forte perdita rispetto al mese precedente (1100 ingressi in meno). Le entrate complessive di tutto il trimestre salgono così a 28mila 720 (oltre 1000 in più rispetto al periodo dicembre-febbraio 2023). Una variazione positiva anche se confrontata con l’anno precedente: rispetto a gennaio del 2022 ci sono state infatti 1260 entrate in più nel mondo del lavoro, che salgono a +3500 se si prende in considerazione lo stesso trimestre dell’anno precedente.

La maggior parte delle figure ricercate dalle aziende di Bari e provincia appartiene al settore dei servizi, che da solo copre il 71% degli ingressi totali, il 64% dei posti in ingresso, invece, è nelle imprese con meno di 50 dipendenti. Restano basse sia le percentuali di posti destinati a dirigenti, specialisti e tecnici (26%) e i contratti stabili o a tempo indeterminato, che come il mese precedente si fermano al 25%. La maggior parte dei contratti stipulati sarà invece a tempo determinato: il 75%. «Per creare posti di lavoro stabili occorre che si crei del fermento economico reale nella nostra provincia. Questo accadrà solo se si concretizzeranno tutti gli investimenti del Pnrr e delle opere pubbliche in città – aveva spiegato Giuseppe Boccuzzi della Cisl – opere di sviluppo infrastrutturale che nel tempo potrebbero attirare sempre più investimenti».

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