Il progetto è di quelli ambiziosi e lo raccontano i numeri: 8mila metri quadri per 800 postazioni e almeno 1.500 assunzioni. Sono i termini dell’operazione che vede Deloitte interessata a prendere in affitto i padiglioni 3 e 4 della Fiera del Levante, quelli precedentemente occupati da Eataly di Oscar Farinetti. L’ente fieristico sta provando a rilanciare uno spazio ormai silente da troppo tempo e ha reso noto di aver ricevuto una proposta e che la stessa potrà essere migliorata entro il 5 settembre. I termini dell’offerta di Deloitte sono di un contratto di locazione per nove anni con un primo canone annuale di 250mila euro, considerando le spese per la ristrutturazione degli spazi. Sono necessari, infatti, interventi che adeguino gli spazi molto grandi alle esigenze che, evidentemente, non essendo più legate alla ristorazione ma a servizi di consulenza, non rappresentano un capitolo di spesa secondario. Per il secondo anno, invece, la società pagherebbe 350mila euro di canone e per i successivi sette anni salirebbe addirittura a 380mila. Ma non è tutto, come spiega il ceo di Deloitte Business Solutions, Claudio Lusa: «Vogliamo destinare una parte degli spazi allo sviluppo e al sostegno di dieci start up nel settore della logistica e della mobilità sostenibile».
L’idea nasce dalla volontà di dare corpo a un’azione di responsabilità sociale di impresa, come conferma Lusa: «Vogliamo restituire al territorio una parte dei nostri sforzi. Bari in questi anni è diventata sempre più attenta a queste tematiche e ci è sembrato giusto investire su questi settori». Nell’accordo resterebbero a carico del locatore gli interventi di manutenzione straordinaria su parti e aree di pertinenza della proprietà. Fiera del Levante non è obbligata ad accettare alcuna offerta e quella che venisse eventualmente accettata sarebbe subordinata alla verifica dei requisiti soggettivi di onorabilità e capacità finanziaria del proponente, nonché della compatibilità e complementarità delle attività da svolgere nell’immobile oggetto di locazione con l’attività fieristica, non costituendo i termini economici dell’offerta l’unico criterio utile alla individuazione dell’offerta più vantaggiosa. Conclude Lusa: «Per noi sarebbe il sito ideale, unico in grado di soddisfare le esigenze dei nostri piani di sviluppo. La sede di corso Vittorio Emanuele, infatti, è già completa e comunque si occupa di altro. Non ci sono e non ci sono mai stati altri progetti e l’unico vero hub per noi diventerebbe quello in fiera. Attendiamo fiduciosi gli sviluppi».
Il quartiere fieristico come hub per le imprese innovative ma non solo, anche quelle legate alla tradizione barese. Un’idea di sviluppo al passo coi tempi ma con radici ben profonde e che, tuttavia, richiede anche interventi profondi per adeguamenti strutturali dell’area. Chi ha portato sin dal principio imprese e professionisti all’interno del quartiere fieristico è Diego Antonacci, fondatore di The Hub, che guarda con interesse a questi sviluppi: «Bene questa apertura a nuove realtà e, soprattutto, qualora portino al recupero di spazi del quartiere fieristico che altrimenti resterebbero inutilizzati. Noi stessi – rivela – prima della pandemia ci interessammo a prendere in affitto il piano inferiore di quella che allora era la sede di Eataly ma a causa della pandemia il progetto rimase nel cassetto». Un dato importante al di là dei nomi: «Chiunque venga – conclude Diego Antonacci – è il benvenuto se la sua visione si inserisce in quella di una Fiera del Levante come hub di realtà imprenditoriali sempre più innovative».