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Ex Ilva, Urso: «Sei aziende interessate». Ecco come l’ex Ilva ripartirà in due anni – VIDEO

Prosegue il confronto tra governo e sindacati sul dossier ex Ilva. Ieri i leader dei sindacati metalmeccanici hanno incontrato ben quattro ministri
Il commento del segretario generale della Fim Cisl Ferdinando Uliano al termine dell’incontro con il Governo su ex Ilva

Prosegue il confronto tra governo e sindacati sul dossier ex Ilva. Ieri i leader dei sindacati metalmeccanici, Fim, Fiom, Uilm, Usb e Ugl, hanno incontrato ben quattro ministri del governo, Urso, Fitto, Pichetto Fratin e Calderone, insieme al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Mantovano e ai commissari di Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria per discutere del piano di ripartenza del gruppo siderurgico. Commissari e governo programmano di rilanciare gli stabilimenti in meno di due anni, da qui a giugno 2026, con aumento della produzione grazie a tre altoforni (al momento ne funziona uno soltanto) per garantire continuità occupazionale.

I partner

Il ministro delle Imprese Adolfo Urso, che venerdì sarà a Taranto per inaugurare la Casa del Made in Italy, ha confermato che finora sono sei i soggetti interessati a diventare soci due indiani, un ucraino, uno canadese (che potrebbe presto diventare statunitense) e due italiani, Arvedi e Marcegaglia. Urso ha confermato che il bando di gara per la cessione degli asset sarà pronto a fine mese con l’obiettivo di chiudere l’operazione entro l’anno. Il bando prevede obblighi di decarbonizzazione ed è orientato alla massimizzazione dei livelli occupazionali e alla ricerca di investitori di lungo termine in grado di portare beneficio ai territori e alle comunità locali.

Gli aspetti ambientali

I commissari hanno confermato che stanno procedendo alla piena osservanza del piano ambientale che stabilisce il limite massimo di produzione a 8 milioni di tonnellate all’anno. A inizio giugno hanno inviato al ministero dell’Ambiente i documenti sulla valutazione dell’impatto sanitario a 6 milioni di tonnellate e stanno elaborando lo studio sull’ipotesi di 8 milioni di tonnellate.

I lavoratori

La cassa integrazione scende da 5400 a 4700 adetti e sarà funzionale esclusivamente al piano di ripartenza. Il ricorso agli ammortizzatori sociali, hanno spiegato i commissari, è stato pensato separatamente rispetto al piano industriale pluriennale (che dura fino al 2030) e prevede una diminuzione progressiva di lavoratori interessati. Di questo si discuterà oggi in una riunione a parte tra sindacati e ministero del Lavoro. Restano le preoccupazioni dei sindacati che temono tagli al personale.

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