Ex Ilva: tutto rinviato. I sindacati rifiutano di lasciare palazzo Chigi. Il governo: «Garantiremo continuità» – VIDEO

Tensione a palazzo Chigi dopo l’incontro tra il governo e i sindacati: i segretari generali di Fim, Fiom e Uil si sono rifiutati di uscire…

Si è concluso con un nulla di fatto l’incontro tra i sindacati e il governo per cercare soluzioni alla crisi dell’ex Ilva. Un nuovo round è previsto dopo il Consiglio dei ministri del 28 dicembre.

Subito dopo aver incontrato il governo, i segretari generali di Fim, Fiom e Uilm hanno protestato per circa un’ora rifiutandosi di scendere da palazzo Chigi fino a che il governo non avesse chiarito la propria posizione in merito alla prossima assemblea dei soci del 22 dicembre e in generale rispetto al futuro di Acciaierie d’Italia.

«La riunione del governo non può finire con un ulteriore rinvio. Rimaniamo a palazzo Chigi in attesa di avere spiegazioni dai ministri competenti sulle intenzioni del governo per il futuro dell’Ex Ilva», ha detto Rocco Palombella, segretario generale Uilm dopo l’incontro.

«È inammissibile che il Governo ancora non abbia chiarito cosa intenda fare per garantire il futuro degli stabilimenti di Acciaierie d’Italia e dei lavoratori, in vista dell’assemblea dei soci di Acciaierie d’Italia del 22 dicembre». Ha aggiunto Michele De Palma, segretario generale Fiom-Cgil. «Per noi la riunione non può finire con un nulla di fatto, senza risposte concrete. Per questo abbiamo deciso di rimanere a Palazzo Chigi in attesa della ripresa del confronto, ammesso che il Governo non abbia scelto di non decidere».

Circa un’ora dopo i sindacalisti hanno lasciato palazzi Chigi.

Dal governo, intanto, fanno sapere che è confermata «l’intenzione di continuare a fare la propria parte» assicurando che «sarà garantita la continuità aziendale». Il governo «ha inoltre convocato le organizzazioni sindacali per un nuovo incontro da tenersi entro la fine dell’anno».

«È stato un incontro difficile che si sta tenendo in una situazione drammatica dell’azienda di cui il governo aveva poca consapevolezza. Ho visto un governo unito ma con l’idea di prendere tempo e di parlare con calma con Mittal. Noi abbiamo rappresentato una situazione drammatica e l’esigenza che il governo cambi passo. La risposta del governo è stata che assicura la continuità produttiva aziendale che per noi è una condizione necessaria ma non sufficiente perché la stessa si può garantire con l’amministrazione straordinaria, che sarebbe una scelta perfetta per gli azionisti e disastrosa per i lavoratori». Lo ha detto il leader Fim, Roberto Benaglia, uscendo da palazzo Chigi dopo un’ora dalla fine dell’incontro tra sindacati e governo sull’ex gruppo Ilva.

«Dopo oltre due ore di incontro la nostra proposta è più forte di prima: noi chiediamo che il governo salga in maggioranza» in Acciaierie d’Italia, «e che prenda il controllo, che veda poi qual è il socio privato. Questa è l’unica soluzione per salvare l’Ilva. Questo è un obiettivo del governo, ma come farlo è fondamentale», ha concluso.

Durante il presidio di stamattina davanti a palazzo Chigi, intanto, alcuni manifestanti hanno contestato i parlamentari che hanno voluto incontrarli al grido di «Vergogna, vergogna».

Emiliano: «Solidarietà ai sindacati»

«Esprimo la mia piena solidarietà ai sindacati», afferma il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, in una nota. L’ex Ilva, prosegue, «si sta spegnendo senza risposte da parte del Governo alla domanda di salute dei cittadini e di lavoro degli operai e delle imprese. Lasciare fallire la fabbrica un’altra volta sottraendo di nuovo centinaia di milioni di euro alle imprese dell’indotto, per realizzare la finalità di Arcelor Mittal di eliminare per sempre il suo principale concorrente, è una scelta folle che non risolve neanche la questione della pericolosità per la salute pubblica, perché la fabbrica rimarrà lì per far ammalare ancora generazioni di tarantini come monumento all’incapacità e alla collusione di questo Governo con l’azienda francoindiana».

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