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Ex Ilva, tra otto giorni le offerte. E a ottobre riparte l’altoforno 1 a Taranto

Manca poco più di una settimana alla chiusura della call per le manifestazioni di interesse a rilevare l'ex Ilva. Sono sei i player, italiani e stranieri, che finora hanno manifestato interesse e preso visione dello stato degli impianti. Da una stima contenuta nell’ultima relazione dei commissari governativi, Giancarlo Quaranta, Giovanni Fiori e Davide Tabarelli, il…

Manca poco più di una settimana alla chiusura della call per le manifestazioni di interesse a rilevare l’ex Ilva. Sono sei i player, italiani e stranieri, che finora hanno manifestato interesse e preso visione dello stato degli impianti. Da una stima contenuta nell’ultima relazione dei commissari governativi, Giancarlo Quaranta, Giovanni Fiori e Davide Tabarelli, il valore degli asset si aggira intorno al miliardo e mezzo di euro. Dai vertici di Usb, Franzo Rizzo e Sasha Colautti, l’invito al governo affinché lo Stato resti nella nuova compagine societaria che gestirà il siderurgico più grande d’Europa.

La gestione mista

«Insistiamo con forza sulla necessità che lo Stato non solo sia all’interno della nuova società che andrà a gestire l’acciaieria, ma anche sul fatto che dovrà farlo garantendo una presenza costante ed uno sguardo lungo e attento sulle eventuali irregolarità, non appena si presentano. Questa attività di monitoraggio concreta è indispensabile per evitare quanto accaduto in passato con ArcelorMittal che ha potuto agire indisturbata, in violazione di accordi e norme, proprio a causa di uno Stato pressoché assente», dicono i sindacalisti. «Inoltre la presenza del socio pubblico deve far sì che lo stesso sia regista delle operazioni da svolgere e  gancio per incasellare in maniera razionale l’attività dello stabilimento siderurgico nelle politiche industriali nazionali. Il governo deve garantire subito che si eviti il cosiddetto “spezzatino”  dei lavoratori, che fino ad ora hanno subito le conseguenze delle grandissimi errori fatti nella vicenda Ilva».

Gli ex Ilva in as

Nel mondo sindacale c’è preoccupazione per le sorti di quei lavoratori rimasti fuori dalla fabbrica e da anni in cassa integrazione. «Per noi hanno la stessa dignità degli altri» dicono Rizzo e Colautti. Ieri mattina intanto Acciaierie d’italia, anch’essa finita in amministrazione straordinaria, ha convocato i sindacati per un incontro di monitoraggio. A Fim, Fiom e Uilm, l’azienda ha confermato che l’altoforno uno ripartirà ad ottobre. Nello stesso mese partiranno i percorsi formativi che coinvolgeranno i lavoratori sospesi a zero ore in cassa integrazione. I sindacati confederali hanno ribadito la reintroduzione delle normali turnazioni in osservanza della quota rimpiazzo.

La flotta

Acciaierie d’Italia in As, intanto, ha completato un primo importante tassello per il ripristino della flotta navale. Nave Gemma ha ripreso la navigazione e le attività commerciali, dopo esser rimasta bloccata a Singapore per oltre tre anni dal 2020. Questa settimana riprenderà il mare anche la Ursa Minor, ammiraglia della flotta per il trasporto di prodotti finiti e semilavorati, con una capacità di 30mila tonnellate. Nel frattempo, la nave gemella Ursa Major entrerà in cantiere per lavori di manutenzione con l’obiettivo di tornare operativa entro la fine dell’anno.

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