«Siamo qui perché siamo al punto finale». Lo afferma il leader della Fiom, Michele De Palma, a Roma per l’incontro convocato a Palazzo Chigi con i capi di gabinetto della presidenza del Consiglio e dei ministri Urso e Calderone, sulla situazione di Acciaierie d’Italia. Situazione che, secondo le tute blu, è drammatica.
«Se decidesse il mercato, saremmo un punto di riferimento della siderurgia in Europa e invece siamo l’unico paese in cui non c’è né il mercato che decide né un’azienda che decide. Quello che sta decidendo tutto è il fatto che tenere ferma l’Ilva e non intervenire sugli impianti sta determinando l’eutanasia dello stabilimento», incalza il segretario.
«Vogliamo che oggi ci sia un incontro che non sia come quelli di questi mesi in cui ci dicono “siamo ancora in attesa”», aggiunge il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella.
«In attesa di che cosa? di quello che deciderà la multinazionale sulla testa dei lavoratori? Questo governo – prosegue – si assuma la propria responsabilità nel dire effettivamente cosa vuole».
Sulla stessa lunghezza d’onda anche la Fim. Nelle ultime due settimane, riferisce il segretario Roberto Benaglia, «la situazione non ha fatto altro che peggiorare e diventare più critica. Noi oggi parleremo poco e ascolteremo tanto, vogliamo – sottolinea – che ci aggiornino rispetto allo stato della trattativa, alle prospettive, su come intendono non solo salvare l’Ilva ma anche dare continuità e arrivare a questo famoso accordo».