Ex Ilva, si chiude il lungo ponte feriale. Urso: «Pronti a inviare il piano industriale all’Ue»

Si chiude con questo week end il lungo ponte feriale che in Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria è cominciato col 25 aprile.

I dati campionati sulle giornate utilizzate dai lavoratori del siderurgico rivelano un’adesione massiccia, ben superiore a mille dipendenti a giornata in tutto il gruppo. Sabato scorso è stato il giorno con più persone in ferie: un totale di 1.467. Poi 1.369 il 30 aprile, 1.300 il 2 maggio e 930 il 3 maggio. Una media di 1.266 dipendenti al giorno nei vari siti.

Per la prima volta in una fabbrica a ciclo continuo come l’ex Ilva di Taranto è avvenuto un ponte feriale così lungo. Era stata l’azienda stessa a consigliare gli operai ad utilizzare le ferie dal momento che gli impianti sono tenuti in attività al minimo della produzione. Nel dettaglio, a Taranto sabato scorso erano in ferie in 927 dipendenti, 954 il 30 aprile, 704 il 2 maggio e 644 ieri. In Acciaierie d’Italia Energia, la società che a Taranto gestisce le centrali elettriche, una settimana fa c’è stata la punta con 22 dipendenti in ferie, poi si è significativamente scesi: dai 7 del 30 aprile ai 4 dell’altro giorno.

L’organico di Acciaierie è di circa 10mila unità lavorative, di cui 8.200 a Taranto. I numeri delle ferie, tuttavia, non vanno calcolati sull’organico completo, in quanto al momento non tutti sono al lavoro. Bisogna infatti considerare che ben 3mila tute blu sono in cassa integrazione straordinaria (di cui 2.500 a Taranto). Vanno poi conteggiate le assenze per malattie, permessi e altre motivazioni. La finalità dei commissari governativi era quella di smaltire le ferie arretrate, che sono state salvate e non sono rifluite, come accadde nel 2015 con l’Ilva in amministrazione straordinaria, nella procedura dello stato passivo al tribunale di Milano. L’adesione, come detto, è stata imponente.

La disponibilità delle ferie e la possibilità per i dipendenti di smaltirle volontariamente (non c’è stato alcun obbligo) si sono così unite a due domeniche (28 aprile e 5 maggio), a due festività nazionali (25 aprile e 1 maggio) e alla situazione attuale del siderurgico, che marcia con un solo altoforno su tre (il numero 4) e peraltro anche a passo decisamente ridotto in attesa di una nuova iniezione di capitali e di nuove commesse. Nel gruppo come a Taranto, quindi, in questi giorni c’è stata ancor meno gente al lavoro, considerato che l’azienda sta facendo ricorso anche alla cassa integrazione.

Intanto il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha annunciato che durante il prossimo Consiglio dei ministri verrà preparato un nuovo decreto legge per prevedere ulteriori risorse provenienti dal patrimonio destinato, per 150 milioni di euro, inattesa che la Commissione europea autorizzi il prestito ponte da 320 milioni di euro sulla base del piano industriale e finanziario predisposto dai commissari. «Il piano è necessario a dimostrare che il prestito può essere restituito in tempi congrui secondo le regole europee», ha spiegato il ministro Urso. «Quanto al piano per il rilancio dell’azienda lo inviamo lunedì e già mercoledì inizieranno le interlocuzioni con la Commissione. Per realizzare il piano è necessario formalizzare un nuovo contratto di affitto, che tenga conto altresì della recente estensione dell’amministrazione straordinaria anche alla holding di Acciaierie d’Italia. Un’azione, quest’ultima, assolutamente necessaria visto lo stato di insolvenza anche della capogruppo, ora al vaglio del tribunale di Milano», conclude Urso.

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