È attesa nel pomeriggio all’ex Ilva, Marina Calderone, ministra del Lavoro attesa a Taranto per un convegno su whistleblowing e responsabilità amministrativa degli enti. La visita dell’esponente del governo Meloni arriva in concomitanza con un momento particolarmente difficile per l’acciaieria di Taranto. Nei giorni scorsi il gip del Tribunale di Potenza ha disposto il sequestro dell’area a caldo del polo siderurgico, a poche ore di distanza dal riavvio dell’altoforno 1.
Le incertezze
La produzione di acciaio, per il momento, prosegue, al pari della procedura per l’individuazione del socio privato di Acciaierie d’Italia. Ma le incertezze restano molte e riguardano innanzitutto gli effetti della produzione di acciaio sull’ambiente di Taranto e dintorni: nei mesi scorsi la Corte europea dei diritti dell’uomo ha chiarito che la l’attività del polo siderurgico va fermata se rischia di compromettere la salute delle persone, mentre nelle scorse ore sono stati registrati nuovi picchi di benzene nell’aria.
Gli operai
Ma a vivere le maggiori incertezze sono soprattutto gli operai. La riattivazione dell’altoforno 1 è sicuramente un primo passo per il rilancio dello stabilimento. Le tute blu, però, sperano che a breve ripartano anche gli impianti a valle che sono fermi da diversi mesi. Questo dovrebbe consentire il rientro in fabbrica per numerosi lavoratori: al momento sono circa 2.800 le persone in cassa integrazione. and.es.